La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      provvisati incontriamo un generale affardellato, gron-dante acqua.
      Chiediamo chi è poiché subito non lo riconosciamo. E' Diaz. Viene circondato da un gruppo di ufficiali, fra i quali è anche Gasparotto, il quale gli dice: "Coraggio, Generale, salvi l'esercito. Viva l'Italia".
      Diaz risponde: "Grazie, Signori; il peso è grande, la responsabilità enorme, ma salveremo la Patria".
      9 Novembre — Diaz ha voluto, ad assisterlo nell'immane compito, due uomini che valgono qualche cosa, Giardino e Badoglio. La riorganizzazione dell'esercito già si delinea.
      Padova, 12 Novembre 17 — Il generale Diaz ha fissato il suo comando a Palazzo Dolfin. Oggi ha avuto un colloquio col Maresciallo Foch e col maresciallo Robertson.
      Tutto il pianterreno di Palazzo Dolfin ferve di lavoro e di attività. Dall'atrio, attraverso una vetrata, vediamo i tre capi consultare carte e tracciare disegni, mentre Giardino e Badoglio lavorano in un vicino studio. Parlano con fede della sicura riscossa.
      Si sta preparando un'armata di riserva di sette corpi di armata; Badoglio, grande organizzatore, li ordinerà e saranno pronti tra quindici giorni. Diaz, con molto tatto e con un magnifico senso di dignità, non ha voluto che francesi nè inglesi accorressero al Piave. I francesi si concentreranno a Peschiera, gli inglesi a Mantova e così saremo noi soli a contendere il passo al nemico. Se questo avverrà, come sembra, il merito spetterà al nostro soldato, che ha completamen-i te ripreso se stesso e capito quale sia il dovere nell'ora tragica che attraversiamo.
      Tra i soldati la nomina di Diaz è stata accolta con sicura fede. Quell'eterno motteggiatore che è il soldato dice che la vittoria, armando Diaz, (cioè "mettendo in armi Diaz") non può essere che sicura."
      Padova, 15 Novembre 17 — Il Colonnello Barbarie ci ha richiamati tutti a Padova. Saremo presentati a Diaz. Siamo ricevuti in una piccola saletta superiore di Palazzo Dolfin.
      Attendiamo con una certa trepidazione. Diaz entra nella saletta, non annunziato da nessun aiutante; fa-migliarmente, confidenzialmente quasi, stringe la . mano a tutti soffermandosi a dire qualche parola a quelli che ha già conosciuto durante la guerra. Ha
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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