La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      tat« dalla Commissione, attenuano le responsabilità personali, vanno ascritte:
      La capacità e la potenza del nemico. Gli austro-germanici, già preparati alla lotta armata, fatti espertissimi dal duro tirocinio bellico compiuto sotto la perenne minaccia di schiacciamento, informati perfettamente non solo sul nostro apprestamento tecnico, ma anche sul nostro stato morale, capaci di sfruttare ogni ingegnoso ripiego ed ogni consumato stratagemma di guerra per dissimulare i rapidissimi trasporti, le forze come le direzioni di attacco, per attutire la vigilanza nei settori prescelti, per infiacchire ovunque possibile la resistenza con propaganda debilitante, intrapresero l'offensiva animati da spirito di emulazione e sorretti da irrefrenabile slancio pei grandi successi militari ottenuti contro la Serbia, la Romania e la Russia ; la intrapresero -colla fiducia di infliggere il colpo decisivo per la pace teutonica ; la intrapresero sentendosi guidati dappresso da uno dei più esperti generali, ed ancor più fidenti per sapersi, pur da lungi, diretti dai due maggiori condottieri che la guerra avesse sin allora rivelato: Hindenburg e Ludendorff. Colla serenità che a noi può ben essere consentita dalla finale vittoria ottenuta, devesi riconoscere che il piano nemico fu geniale, arditissimo, e fu tradotto in atto con energia, sagacia ed impiego di metodi per noi nuovi, così da conseguire, non tanto nel tempo e nello spazio, quanto nei modi, la sorpresa, precipuo fattore di vittoria. Il buon successo iniziale conseguito in misura maggiore ancora della sperata, il nemico seppe sfruttare al massimo, incalzandoci senza tregua con nuclei arditissimi, privi di scrupoli nell'uso di stratagemmi, impedendoci di assestarci sulle posizioni successivamente occupate, ed infine, con grande intuito strategico, nonché perfetta cognizione dello scacchiere di operazione, lanciando i grossi del/ suo esercito sulle linee direttrici per noi più pericolose e spingendoli fino al limite ultimo ove la lena degli uomini, le estreme possibilità dei servizi e la rianimata resistenza nostra gli consentirono.
      Tra le condizioni d'inferiorità rispetto al nemico in cui il nostro esercito si trovava, la Commissione credo particolarmente notevoli le seguenti:
      La situazione strategicamente sfavorevolissima della nostra frontiera con l'Austria-Ungheria; la noctra
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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