La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Da parecchi giorni su Monte Festa e su Monte San Simeone, nelle prealpi Carniche, fra il Tagliamento e la depressione del lago di Cavazzo, combattevano truppe italiane della 36.a divisione. .Erano poche migliaia di uomini che nessuna comunicazione avevano potuto conservare col grosso delle forze italiane. Tagliata loro la via della ritirata al piano dall'avanzarsi del nemico nella zona pedemontana, queste truppe si erano fermate su quelle alture predisposte a difesa fin dal tempo di pace ed avevano iniziato una vigorosa resistenza.Il nemico assaliva di fronte, si allargava sul fianchi, cercava di attanagliare i difensori.
      La 36.a divisione resisteva, e resistette fino al 7 novembre. Gią la sera del G, venute a mancare le munizioni, l'artiglieria della divisione aveva dovuto tacere. Ne approfittava il nemico. Le sue colonne d'assalto, composte di cacciatori tedeschi e di truppe da montagna austriache, riuscivano finalmente a compiere quella manovra di accerchiamento che invano, per molti giorni, avevano tentato. Gli eroici difensori di Monte Festa e di Monte San Simeone, pur circondati e premuti da ogni parte, non perdevano nč la fede nč la speranza. Nella giornata del 7, fatte saltare le opere di Monte Festa, si lanciavano contro la cerchia nemica per infrangerla, per aprirsi un varco e gettarsi verso ovest, verso il grosso delle nostre forze.
      Se anche a questo estremo tentativo la sorte fu avversa, sono queste vicende pur sempre gloriose per le armi italiane, tali risultando anche dai bollettini tedeschi ed austro-ungarici che rendono ampio onore alla resistenza dei valorosi.
      Accanto a questa difesa di truppe circodate, va additata all'ammirazione ed alla riconoscenza degli italiani la magnifica condotta della 4.a divisione del generale Paolini. Dal giorno in cui la Terza Armata ripiegņ dall'Isonzo, la 4.a divisione ha protetto il movimento affrontando in cento. combattimenti il nemico, spezzandone gli immensi attacchi volti a tagliar fuori le retroguardie per piombare sui grossi, scompigliarli e disperderli.
      Alle brigate Granatieri di Sardegna (l.o e 2.o), Pi-ģieroio (13.0 e 14.o), Catania (35.o e 36.o), Arezzo (255.0 e 226.0), Caserta (267.0 e 26'.o), terza bersaglieri (17.o e 1S.o), ai battaglioni d'assalto della Terza Armata, alle batterie someggiate, alle batterie da
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Societą Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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