La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      no i più, elio 11011 avevano mai perduto la teista. Quando l'ordine di resistere venne, coll'energia, colla forza, colla virtù sopranaturale che vengono nei supremi, decisivi cimenti della vita, fecero argine del loro petto ridivenuto formidabile e costruendo una ba-riera umana decisa a tutto compirono il prodigio.
      Durante la prima resistenza, quando essa tentava ancora solamente di rallentare l'avanzata del nemico per proteggere la ritirata della terza armata, una pagina meravigliosa di storia nella quale il sacrificio si sublima fu scritta da due reggimenti di cavalleria : il "Genova" ed il "Novara".
      Un corrispondente di guerra inglese così scrisse di questi eroi da leggenda :
      Nessun corpo ha mai compiuto alcun fatto d'arme dove il valore sia rifulso splendido come nei combattimenti della cavalleria al Tagliamento.
      Queste truppe si sacrificarono consapevolmente per salvare i compagni in ritirata, con uno slancio, una abnegazione, una nobiltà d'esempio che non ha l'eguale nella storia militare : le cariche contro le mitragliatrici rappresentarono una corsa verso la morte, una dedizione completa della vita alle necessità militari. Di contro agli austro-tedeschi stava alla testa del reggimento "Genova" cavalleria il colonnello Francesco Bellotti che aveva radunati e preparati alla difesa i suoi soldati in un villaggio : un riparto, trascinando le mitragliatrici sulle anguste scale delle case, sparava attraverso alle finestre sui nemici sopraggiungenti: sulla strada di Udine altri reparti attendevano appostati.
      Senza pensiero di ritirarsi di fronte alla fiumana nemica, il colonnello ordinò ai suoi mitraglieri di mantenere attivo il fuoco finché fosse possibile, e diede poi il comando ai suoi squadroni di caricare: si videro i forti cavalieri, con le lance ih resta, lanciarsi contro le mitragliatrici austriache gridando il grido di battaglia del reggimento : Genova ! Genova !
      Uomini e cavalli caddero a mucchi sanguinosi; ma i compagni raggiunsero le linee nemiche, rovesciarono I i difensori, fecero perfino trenta prigionieri. I Nuovi rinforzi, più numerose mitragliatrici vennero da Udine: la fanteria austriaca, schierandosi lungo i ¦ rialzi, tempestò, a pochi passi di distanza, le file ita-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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