La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      riuscendo ad impedire per qualche tempo il passo a ile orde austro-tedesche, ila in quei giorni di quali tragiche scene furono teatro quelle terre che avevano visto passare vittoriosi, trionfanti quegli stessi soldati che ora si ritiravano in una fatale confusione, e accanto agli sbandati, ai fuggiaschi, a coloro che avevano perso completamente la testa come rifulse di nuovo splendore il valore di tanti altri nostri soldati, di interi reggimenti che in episodii di eroismo sovrumano riscattarono subito l'onta, la viltà, il tradimento, la follia dei pochi.
      Le strade, le magnifiche strade che il nostro genio aveva costruito con la consueta precisione e solidità presentavano in quei giorni uno spettacolo pauroso, tragico, straziante. Numerose turbe di soldati che volgevano in ritirata passavano senza più alcuna disciplina. Molti avevano l'aspetto di trasognati, di ebri, altri di terrorizzati.
      Una gran parte però, ubbidiente ancora ai suoi ufficiali scendeva verso il piano coi segni evidenti di un immenso dolore sul viso e nella persona stanca, affranta, ma inquadrati nelle loro l'ile, ancora compost i, coll'evidente intenzione di ricongiungersi al grosso dell'esercito che Luigi Cadorna con mirabile, provvidenziale, miracolosa decisione, faceva retrocedere con una rapidità che in quel momento poteva sembrare ed era in fondo una fuga, ma che doveva servire a salvare l'armata e l'Italia.
      E il sacro suolo della Patria fu invaso, profanato dalle orde tedesche che colla vendetta desideravano di far bottino nei villaggi, nelle città che cadevano nelle loro mani. Le popolazioni che sapevano l'orrenda minaccia che le sovrastava, quando la spaventosa visione dei nostri in ritirata e dei bagliori di cascinali, di villaggi in fiamme passò davanti ai loro occhi istupiditi, sbigottiti, quasi increduli di tanta sciagura, di tanto orrore, raccolto in fretta, in furia quanto di più urgente, di più necessario poteva loro occorrere in simile tragico frangente, fuggirono in massa a piedi, su carri, su carretti carichi di tutto quanto avevau creduto di poter salvare, trascinandosi dietro nella fuga disperata donne, vecchi, bambini piangenti, cavalli, buoi, i resti della piccola fortuna. E le vie erano letteralmente ingombre di questi fuggiaschi stretti in gruppi, parenti, conoscenti, interi paesi unitisi nell'ora più ter-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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