La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      del sottotenente Baracchini, del maggiore Pier Buggero Piccio, di Gabriele D'Annunzio che doveva essere l'anima di questo corpo d'aquile sfidanti continuamente l'impossibile e d'altri ancora che vedremo all'opera. E fra questi nomi molti appartengono a coloro che pagarono colla vita il loro amore alla Patria, dando un incalcolabile contributo alla vittoria che malgrado tutte le avversità, doveva venire. Dopo tante vittorie l'aviazione italiana perdeva in quei giorni il tenente di Vascello Garassini-Garbarino alla cui memoria veniva decretata la medaglia dToro, il conte Francesco Alliaga, il tenente Luigi Olivieri, il tenente Federico Caneva figlio al generale Caneva, il tenente Francesco Budini figlio al marchese di Budini, morto da tempo, che fu presidente dei ministri. E la lista delle vittime grandi e sfortunate non s'arresta qui.
      Una nota particolare meritano in questo scorcio di tempo i volontari irredenti. Dei 2300 che si trovavano al fronte, 150 erano caduti, 300 erano stati più o meno gravemente feriti e 200 avevano la medaglia al valore.
      Fra i caduti va ricordato in modo speciale Fausto Filzi, fratello all'avvocato Fabio Filzi, impiccato nel castello del Buon Consiglio di Trento insieme a Cesare Battisti. Fausto Filzi era impiegato a Buenos-Aires, ma quando ebbe notizia della tragica fine del fratello tornò in Italia, si arruolò volontario nel nostro esercito per vendicare il fratello. Voleva essere alpino; fu messo invece nell'artiglieria aspirante ufficiale col nome di Homi Spoldore. Un ufficiale così descrisse in una lettera la morte del giovane:
      '•Egli erasi arruolato volontario nei bombardieri. Durante il corso di istruzioni si mostrò sempre sereno, pieno di fede e di entusiasmo. Triste e torvo in viso diveniva allorché si parlava del fratello e dei suoi carnefici. Nell'azione del 10 si trovò con la sua batteria sul monte. Si offrì volentieri per uscire di pattuglia ad ispezionare, nell'intermittenza del tiro, i varchi prodotti dalle bombarde nei reticolati nemici. La sera precedente all'azione scherzò, brindò insieme con i colleghi e con alcuni ufficiali di fanteria nella piccola baracca tra gli abeti e le rocce, in immediata vicinanza col nemico. Pensando all'indomani, al compito assunto e al rischio che correva qualora fosse statoI — 294 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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