La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      glieri uccisi o fatti prigionieri, e le armi catturate. Ora su tutta la nostra nuova linea ci sono molte mitragliatrici che sono state rivolte contro gli austriaci, e che fanno strage."
      Sul Carso specialmente infuria la lotta spaventevole, in un inferno di colpi e di fumo e di polvere. Qui la battaglia si inabissa come quel fiume Timavo che vi appare e poi scompare per non ritornare fuori che alla foce. Qui la battaglia è nelle caverne, nei camminamenti, nei pozzi. Non si vede un combattente nemico. Arrivano le cannonate, arrivano i colpi di mitragliatrice: ma i combattenti bisogna cercarli nei sotterranei. I nostri soldati si avventano a ondate contro le linee che non hanno segno, che hanno soltanto feritoie. E hanno sfondato la prima linea, e continuano a prendere centinaia di prigionieri. La nostra vecchia linea si sposta, si corregge, si curva in avanti ; fa delle puntate che tagliano la linea nemica. L'Hermada torreggia granitica con tutto l'orrore delle sue innumerevoli mitragliatrici, ma intorno gli italiani le sgretolano il terreno. Sono qui i prodigiosi granatieri di Sardegna inesausti che conoscono il martirio del Carso e che rinnovano le antiche glorie, e le recentissime. E sono qui i fanti di brigate che hanno già dato al Carso il fiore del loro sangue, e di reggimenti che ricevono ora il battesimo dell'ardimento : i fanti della vecchia brigata Bari, quelli della Lario, della Piceno, della Cosenza. Il bastione trincerato che da Castagne-vizza si gonfiava ad arco attraverso alle dune del Pod-coriti e di Versic e al labirinto di Fornaza è stato preso d'assalto e smantellato : epurate le caverne, spazzati i camminamenti, presi alla baionetta i posti delle mitragliatrici, e migliaia di prigionieri incolonnati verso l'Isonzo".
      Nel maggio i nostri che pur avevano strappato al nemico il monte Cucco e il Vodice non erano riusciti ad occupare Monte Santo. Gli austriaci lo contendevano con accanimento alle nostre truppe perchè conservava le sue funzioni di caposaldo alle difese nemiche dinanzi a Gorizia e di osservatorio meraviglioso per le batterie annidate al riparo delle sue pendici orientali nella conca di Gargaro. Un groviglio di trincee, di gallerie, di caverne lo difendeva, lo rendeva quasi inespugnabile, grazie anche alla potenza del tiro di sbarramento che il nemico poteva eseguire, incrociandovi iI — 286 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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