La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      d'italiani poro dopo intensi ed efficaci bombardamenti d'artiglieria durati il 10 e 1*11 giugno, si lanciavano all'attacco malgrado un terribile uragano che li combatteva più del nemico e la tremenda resistenza opposta dall'avversario, in direzione del Monte Zebio, d"l Monte Forno, del Passo dell'Agnella e del Massiccio del';'Ortigara. Fecero importantissimi progressi non solo su quel punto, ma grosse nostre pattuglie si aprirono anche, dal Passo dell'Agnella, un varco in direzione dell'Ortigara e incuranti della tempesta poterono espugnare buon tratto dello scosceso baluardo. Nei giorni seguenti superando sempre nuovi e tremendi ostacoli ottennero nuovi successi coronati il 19 colla conquinta della vetta di quota 2105, caposaldo settentrionale di un poderoso sistema che il nemico aveva coufervato sull'altopiano tra la Val D'Assa e Cima Dodici.
      G'i austriaci fecero sforzi sovrumani per riprendere ai no; tri la contesa ed importantissima posizione; ma questi tentativi pagati con enormi sacrifici riuscirono vani. Ai raggruppamenti alpini della 52.ma Divisione, ai reparti della brigata "Piemonte" e ai bersaglieri spetta il vanto d'aver dato la scalata alle balze rocciose dell'Ortigara e di averle mantenute sotto il violento fuoco d'artiglieria d'ogni calibro. Accanto alle fanterie combatterono strenuamente batterie da montagna e bombardieri. Parteciparono all'epica azione 115 aeroplani. dei quali 01 da caccia. Furono lanciate circa 400 grosse granate per un peso complessivo di 5 tonnellate e mezza.
      Intanto fra rupi e ghiacciai, alpini e aviatori avevano assicurato nuove posizioni alla nostra difesa ed alla nostra offesa, operando tra le maestose rupi e i vasti ghiacciai dell'Ortler e dell'Adamello, scalando ed occupando il crestone roccioso delle Pale Rosse. Un comunicato ufficioso in data 16 giugno^ pubblicò che non meno ardua come impresa alpinistica, assai più importante dal punto di vista tattico, è stata l'espugnazione del corno di Cavento, tra la vedretta della Lobbia e la vedretta di Lares, nel massiccio dell'Adamello. Conquistata dagli alpini nell'aprile-maggio 191 fi, tra il Crozzon di Fargorida e il passo di Cavento, l'erta cresta di rocce che si eleva a più che 3300 metri tra le due vedrette nominate, espugnata anche la posizione avanzata del Crozzon del Diavolo, il corno di Ca-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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