La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      mo con una violenza inaudita, approfittando delle posizioni favorevoli in cui si trovavano, per le innumerevoli caverre, per i camminamenti sotterranei di cui era frastagliato il terreno.
      Ai primi di giugno l'Armata dell'Isonzo si rinforzava di nuovi contingenti venuti dalla fronte russa. L'Austria intendeva di approfittare della calma che vi era sulle linee russe per compiere il suo massimo sforzo contro l'Italia. I nostri però non solo resistevano a questi urti formidabili che si trasformavano in feroci battaglie uelle quali le perdite erano terribili, enormi da ambo le parti, ma avanzavano, avanzavano adagio superando ostacoli uno più arduo dell'altro, compiendo atti di eroismo e di sacrificio la di cui grandezza non sarà mai abbastanza esaltata.
      Fra le imprese epiche di quei primi giorni del terzo anno di guerra va ricordato il passaggio delle truppe italiane del Timavo, un fiume che ha una fama nella storia che risale ai più remoti tempi. Questo fiume nasce nella penisola d'Istria verso lo spartimare delle Alpi Giulie; scorre prima per circa 15 chilometri per via alpestre, poi procede per altri 29 chilometri incassato nel suo alveo tagliato nella roccia e dove un'enorme parete rocciosa gi sbarra la via, precipita con una magnifica cascata nella famosa grotta di San Cargiano. Di lì scorre per 35 chilometri sotto terra sino a che a San Giovanni Duino esce alla luce e col nome di Timavo entra a gettarsi in mare dopo un corso tra bassure paludose, di soli 3 chilometri.
      Ecco il glorioso episodio del maggio 1917 :
      I nostri erano giunti, girando da Bagni e da quota 12, fino alle prime case di San Giovanni e stavano organizzando le rovine a difesa. Gli austriaci resistevano tuttavia a quota 28 posta a sud del Timavo. Potevano essere aggirati dai nostri e tagliati fuori e vollero osare essi una mossa aggirante: attraversarono il braccio sud del Timavo su passerelle pontoni, tosto riti rate e tentarono l'aggiramento dell'abitato di San Gio-, vanni, protetti da un intenso fuoco di artiglieria.
      Valicato il Timavo le colonne nemiche furono però bersagliate dal tiro di nostre mitragliatrici e colte in pieno. La preponderanza del numero consentì agli austriaci di avanzare ancora, cosicché tra i nostri e gli I austriaci si accese un violento combattimento a corpo a corpo. Con i nostri era in linea Gabriele D'Annunzio
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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