La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      recchi di essi tentarono l'evasione che nella più parte dei casi significava la morte; molti si suicidarono non potendo resistere a tanto dolore.
      Gli aguzzini dei nostri soldati erano premiati dai loro superiori, promossi di grado.
      Con quei cani d'italiani non bisogna aver pietà!
      Questa era la massima divenuta legge per gli austriaci e l'applicavano in tutta la sua ferocia.
      Un documento di tanta infamia ce lo offre l'avvocato Palumbo Vargas, un volontario di guerra fatto prigioniero sin dall'inizio della guerra. Reduce dal campo di Mathausen gravemente ammalato e degente all'ospedale di riserva di Terni ha narrato in un lettera questi ricordi ed impressioni della sua prigionia :
      Sul campo di battaglia dopo fatti prigionieri, a seconda che abbiate combattuto con austriaci, ungheresi, boemi o polacchi, vi trovate di fronte uomini di diverse civiltà. I boemi ed i polacchi, bisogna riconoscerlo, sono cavalieri, gli austriaci sono abietti, gli ungheresi sono assassini. Il polacco od il boemo vi offi'e acqua e vi dice una parola di conforto, l'austriaco vi sputa in faccia, vi schiaffeggia o vi bastona, l'ungherese, conservando inalterata la sua calma, tira fuori la pistola e si esercita al tiro, revolverando alle spalle i prigionieri. Ve ne sono parecchi che, illesi durante il combattimento, furono feriti di rivoltella da ufficiali ungheresi
      .
      S'intende che tali affermazioni non vanno elevate a principii, ma se si dovesse stabilire un punto di massima, come i prigionieri di guerra sono trattati nelle trincee nemiche subito dopo catturati, le distinzioni di cui sopra, dovrebbero servire come punto di partenza. Dal campo di battaglia, dopo una sanguinante via crucis si passa ai campi di concentramento di prigionieri, ed è appunto su questi campi che bisogna gettare uno sguardo. Una volta nel campo di concentrazione, il prigioniero di guerra avverte subito il peso tremendo della sua disgrazia. Quasi non fosse bastato quello che ha sofferto lungo la strada — insulti, espressioni volgari, affronti, minacce, bastonate, sassate, sciabolate — il prigioniero appena nel campo deve affrontare l'ira ed il disprezzo del nemico, passioni che si manifestano nei modi più diversi ed inverosimili.
      La più palese violazione alle convenzioni internazionali poi l'Austria la commette allorquando adibisce i prigionieri di guerra ai lavori militari. Non vi è fab-
      — -Joo —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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