La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      la diplomazia di ogni singolo alleato prendevano il so pravvento in certi casi dove avrebbe dovuto prevalere solo l'interesse di tutti che era quello di vincere, in che modo e su che campo poco importava.
      Naturalmente di questo stato di cose ne approfittarono subito i nemici, i quali avevano sparso dovunque, potentemente e meravigliosamente organizzati veri e-sereiti di spie. Maestri nel creare l'intrigo, nello spargere false voci, nel deprimere il morale, nell'infiltrarsi in ogni ambiente, essi soffiarono sotto la cenere e specialmente da noi compirono un'opera fatalmente deleteria non solo perchè a Berlino e a Vienna si sapeva che riuscendo ad eliminare l'Italia dal conflitto la vittoria degl'imperi centrali era sicura, ma anche perchè per la facile eccitabilità del carattere italiano si ripromettevano pivi facile il compito di sollevare il popolo contro la guerra, tanto più che per un fatale, imperdona bile errore di principio, queste spie avevano dalla loro parte il partito socialista ufficiale che in buona lede, vogliamo credere, tentava tutte le vie perchè la guerra finisse al più presto possibile senza preoccuparsi dei ri saltati. I soldati, secondo un'affermazione dei sociali sti, non dovevano ad ogni costo passare un terzo inverno in trincea.
      Al partito socialista ufficiale prestava mano, indipendentemente, ma colle stesse conseguenze, il partito gio-littiano, ancora molto forte, il quale essendo stato contrario alla guerra, prevedendo chissà quali disastri pel nostro Paese, avrebbe voluto veder confermate almeno in parte le sue previsioni.
      Si aggiunga a tutto ciò l'opera slegata, debole del ministero Boselli, formato da elementi troppo diversi fra loro, composto di uomini che militavano in campi opposti, che avevano idee contrarie e che portarono un'indirizzo personale nella loro zona d'azione, forse eccellente in tempi normali, ma non nell'ora in cui era strettamente necessaria la cooperazione di tutti, rigida, severa, uguale, coordinata al medesimo fine che era uno solo : resistere e vincere ; resistere alla fronte, resistere all'interno. L'allora quasi ottantenne presidente del Consiglio, veneranda, nobilissima figura di patriotta, ingegno fervido, cuore saldo nella convinzione delle a-spirazioni d'Italia, fulgido esempio di una vita impiegata tutta pel bene del suo Paese, fece quanto era nelle sue forze perchè la fiducia riposta in lui fosse merita-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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