La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

Pagina (244/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      accanto al Quartier Generale difficilmente ve lo si poteva trovare se non a tarda ora della sera, poiché egli trascorreva la sua giornata sul campo dove stava per svilupparsi un'azione o dove l'azione era già in corso. Qualche volta non ritornava nemmeno la notte. Dormiva dove si trovava sopprimendo tutto ciò che aveva apparenza di distinzione intorno a lui, evitando che l'etichetta regale, la quale per quanto democratico possa essere un re, rimane sempre un poco intorno a lui, nelle, persone del seguito, dovesse intralciare menomamente le rapide e libere funzioni di quell'alveare d'ufficiali che per mille ragioni operava agli ordini del Comando Supremo.
      Neanche quando grandi uomini di Stato, principi, generali, stranieri vennero a trovarlo per visitare il nostro fronte, scambio reciproco di cortesie che servivano a rinsaldare pubblicamente quei vincoli d'alleanza che la lotta comune aveva stretto, veniva mutata questa linea di condotta stabilita e rigidamente voluta.
      Coloro che furono ospiti del re alla fronte ne rimasero gradevolmente sorpresi.
      Del resto questa linea di condotta la quale aveva lo scopo di dimostrare che il sacrificio della guerra doveva essere condiviso da tutti e che il re poteva benissimo essere il primo soldato d'Italia, ma nou cessava per questo di essere soldato, nel campo civile era seguita anche dalla famiglia reale.
      La Regina Elena mite, bella, soave figura di donna e di madre, benché figlia di forti, benché provata al più duro dolore sentì nel suo cuore tutto lo strazio delle madri, delle spose d'Italia e volle essere con loro, volle condividere le lagrime, volle avere in casa sua coi martiri della guerra la profonda angoscia, lo spasimo, gli orrori che della guerra sono inevitabili ed inesorabili conseguenze e delle sale del suo palazzo fece delle corsie d'ospedale. Vi raccolse i feriti, li curò, si assise colle figlie ai loro capezzali, li confortò.
      Sovente lasciava la reggia e correva negli ospedali in Roma, nelle altre città, in zona di guerra ; andava in ogni luogo dove si lavorasse per la gran causa comune, andava fra i figli dei soldati al fronte, spesso colla principessa Iolanda e dovunque recava il suo aiuto, il fascino del suo sorriso, l'efficace conforto della sua parola e dove la parola non poteva confortare, l'espressione del suo volto, dei suoi occhi che dicevano come ilI — 244 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

Pagina (244/519)






Quartier Generale Comando Supremo Stato Italia Regina Elena Italia Roma Iolanda