La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      pletamente trascurate dai goverpj clie si sono succeduti a Roma, troppo occupati a risolvere i problemi interni creati dalla politica italiana, forse unica nella storia dei parlamenti per lo spirito di critica demolitiva e d'opposizione su cui è basata, spirito critico e demolitivo che è tanta parte del carattere' nostro per quanto riguarda le cose di casa nostra. Furono trascurate sempre, salvo pochissime eccezioni, dai Consoli, dai Vice-Consoli e dagli Agenti Consolari che si sono succeduti, scelti fra le persone meno adatte al difficile compito di trattare con masse quasi esclusivamente operaie, coll'esercito sterminato di coloro che malgrado deficenze d'educazione, d'istruzione, malgrado difetti e torti che non è qui il caso di enumerare, ma che in gran parte sono conseguenza della sopraccennata trascuratezza patria che li accompagna in qualunque contrada del mondo vadano, sono sempre i primi a ricordarsi non solo a chiacchiere del Paese natio. E' quasi esclusivamente per loro, per la robustezza delle loro braccia al servizio di un corpo e di una mente che amano il lavoro e che lo compiono bene, rendendosi sino ad oggi indispensabili alle industrie, ai commerci, a qualunque genere d'impresa della grande nazione a-mericana, che una piccola Italia, poderosa, facoltoso, fattiva vive e prospera in questa terra senza che si decida, ed è un grave male per essa, ma non per la patria d'origine, a togliersi dalle spalle il bagaglio delle tradizioni, degli affetti, dei costumi, dei doveri radicati nel cuore che la legano alla grande Italia, madre adorata e benedetta sempre, anche se dimentica, forse per inesorabili necessità, dei suoi figli lontani.
      Roma è stata sempre erroneamente informata sul vero stato di queste Colonie non solo dalle autorità, ma anche da quegli ineffabili studiosi di cose d'emigrazione: giornalisti, uomini politici, letterati, storici che vissuti negli Stati Uniti un mese senza venire a contatto colle nostre masse, le hanno descritte poi in così grottesco modo rendendo loro, forse anche senza cattiva intenzione un pessimo servizio.
      Era naturale se non giusto che in questo stato di cose la Missione Italiana rimanesse stupefatta davanti ad una simile esplosione di entusiasmo patriottico. Essa intuì che una ragione ben diversa da quella che credeva vi dovesse essere a giustificazione dell'apparente-mente limitato numero di richiamati che era corso allaI — 240 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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