La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      ra e della Francia ? Avevano esse già mancato o stavano per mancare a patti o a promesse? Constatarono i componenti la nostra Missione che le missioni inglese e francese che li avevano preceduti non si erano incaricati di dire una parola per l'Italia, come se essa non avesse fatto parte dell'Intesa, come se non avesse fatto nulla nel terribile conflitto? Sta il fatto che in quell'occasione Guglielmo Marconi diede valore ufficiale a ciò che da noi si diceva vagamente, senza poter precisare e che negli altri paesi, specialmente in Francia non si diceva affatto, poiché sin da allora la gratitudine cominciava a pesare ai nostri fratelli latini. Gli stranieri quindi ignoravano completamente la vera parte avuta dall'Italia nella vittoria della Marna. Marconi s'incaricò di documentarla. Fra un religioso silenzio rotto di tanto in tanto- da vivi commenti, pianamente, senza fronzoli retorici, ma con precisione matematica, inarcando le parole, l'illustre scenziato narrò le giornate trascorse in terribile ansia dalla Francia, quando già il tedesco violato il Belgio con rapidità fulminea, apriva man mano alle sue truppe vittoriose la via di Parigi. Nella capitale della Francia si temeva dell'attitudine che avrebbe assunto l'Italia legata da un'alleanza al nemico invasore. Era allora presidente dei ministri francesi Renee Viviani, che doveva far parte in seguito della Missione venuta in America. Il governo di Roma aveva già fatto sapere a quello di Parigi che la Francia non aveva ragione di temere da noi ; non però in via ufficiale perchè nessuna decisione era stata presa in proposito.
      Viviani in un momento simile non poteva ritenere abbastanza rassicurante una notizia data così.
      Il Consiglio dei ministri italiano decise la neutralità a sera tardi del 2 Agosto, tre giorni prima che l'Inghilterra dichiarasse guerra alla Germania, e la notizia giunse all'Ambasciata nostra a Parigi verso la una di notte. L'ambasciatore Tommaso Tittoni si trovava a Roma. Fu perciò il nostro addetto all'Ambasciata che senza perdere un minuto di tempo corse da Viviani a portargli la notizia. Il presidente dei ministri di Francia vedendo giungere a quell'ora insolita il nostro rappresentante, impallidì. A quell'ora giungono di solito le tristi notizie. L'addetto all'Ambasciata comprese l'angoscia di Viviani e si affrettò a comunicargli il testo del telegramma ricevuto, nel quale il nostro governo loI — 238 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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