La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      coi^gye il corteo e cioè da "Battery Place,, punto in cui la Missione sarebbe sbarcata, per Broadway e Fifth Avenue, sino alla 76.ma strada, dove la Missione sarebbe scesa.
      Erano venuti a centinaia di migliaia da ogni parte della città, dai dintorni, dai paesi e dagli Stati vicini. Quando il corteo ricevuto dalle autorità si mise in marcia lo spettacolo della folla assiepata sui marciapiedi in due lunghe file era impressionante, sbalorditivo. Un urlo prolungato, continuo, un interminabile brontolio di tuono che ad ogni tratto si trasformava in una scrosciante, diluviante tempesta di battimani, simile ad una tremenda grandinata dominata ad ogni istante da formidabili grida di "Viva l'Italia !' '"Viva il Principle di Udine!" "Viva Marconi!" "Viva Nitti!" "Viva la Missione Italiana !" accompagnò lungo tutto il percorso i nostri rappresentanti fra lo sventolio di fitte selve di bandiere italiane ed americane. Alle innumerevoli finestre degli altissimi palazzi,sui balconi dei grandi alberghi, erano grappoli umani acclamanti. I componenti la Missione ne rimasero impressionati e commossi. L'on. Nitti che si sentì chiamare per nome da migliaia e migliaia di suoi corregionali, di suoi concittadini esclamò più volte:
      — Mi sembra di trovarmi in Italia !
      E un simile entusiasmo continuò durante i diversi giorni che la Missione rimase a New York. Rimarrà memorabile ricordo nella storia di quell'avvenimento il ricevimento fatto dall'Università di New York ai nostri nello Stadium della città, ricevimento che si risolse in una spettacolosa, colossale, indescrivibile manifestazione d'italianità e la visita fatta al troppo pomposamente chiamato: "Pantheon Garibaldi,, che, come è noto, è la Casina sorgente su d'una collinetta di Rose-bank, un villaggio in Staten Island, che apparteneva ad Antonio Meucci, il vero inventore del telefono, quando Giuseppe Garibaldi profugo vi abitò dal 1852 al 1853, fabbricando candele steariche, in attesa dei nuovi e-venti che gli avrebbero permesso di rivarcare l'oceano per andare a compiere quelle gesta che dovevano dare in seguito l'unità all'Italia.
      Mai a memoria d'uomo l'entusiasmo popolare era scoppiato con maggior veemenza, mai s'era visto un simile esercito di associazioni, di privati, di donne, diI — 236 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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