La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nunciato in quella occasione dal Principe di Udine sempre in inglese, è bene ricordare la chiusa :
      Desidero di farmi interprete dei sentimenti onde Casa Savoia sempre derivò la sua forza, e che formano oggi il suo prestigio. In nome del mio augusto cugino il Re d'Italia, voglio solennemente dichiarare in questo luogo sacro alla Nazione americana che noi non abbasseremo mai le armi tìnchè la nostra libertà e quella dei popoli che soffrono con noi, non sarà resa sicura contro tutte le sorprese e tutte le violenze. Affermo ancora che la nostra vittoria deve essere vittoria di progresso e di giustizia. Possa lo spirito di Washington guardare verso di noi ; illuminarci nella nostra via
      .
      Intanto la stampa si interessava agli scopi reali della nostra Missione e diversi giornalisti intervistarono il ministro Arlotta intorno alle trattative che si svolgevano a Washington. 11 ministro riassunse così lo scopo della Missione che dichiarò duplice: Il primo, nettamente politico, consisteva nel riaffermare e stringere i vincoli d'amicizia esistenti tra i due popoli. Il secondo era rappresentato dal prestito, dal carbone, dai cereali dal tonnellaggio e dai trasporti di cui l'Italia aveva bisogno.
      Erano allora, si affermava dovunque, le necessità e-streme del nostro Paese, bisognava su questa base a-iutarlo subito perchè potesse continuare la guerra vittoriosamente come la combatteva da due almi.
      Gl'italiani di New York accolsero la Missione con un entusiasmo che in certi momenti raggiunse il delirio. Non si è mai potuto sapere con precisa sicurezza quanti italiani conti l'immensa città. C'è chi li fa salire sino a settecentomila e chi li fa scendere a mezzo milione. E' stato fatto un censimento qualche anno prima della guerra, ma le difficoltà incontrate per registrare un tale ammasso di gente a cagione della diversità delle razze, delle nazionalità, delle lingue, il costante affluire di nuovi elementi, ed altre ragioni che non è il caso di dire qui, rendono impossibile un calcolo esatto.
      L'invito del sindaco ebbe per parte della Colonia nostra (non è precisamente una Colonia, ma tutti la chiamano così) un successo al disopra di ogni umana previsione.
      Gl'italiani nelle prime ore del pomeriggio cominciarono ad affluire a torrenti lungo le vie che doveva per-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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