La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      cipe di Udine, vi reca, insieme col mio cordiale saluto, il saluto fervidissimo di tutto il popolo italiano, che antichi vincoli di amicizia e di concorde attività sempre unirono a codesto libero, possente paese del quale tanti italiani conoscono l'ospitalità e serbano, tornando in patria, inestinguibile ricordo. La vostra alta parola in nome della giustizia tra le nazioni, che è sembrata la parola stessa di Roma antica e immortale, commosse profondamente il cuore del popolo italiano, che ne trasse più viva la fede in una umanità rinnovata e fatta migliore. Informandosi ai medesimi principii, da voi luminosamente proclamati, l'Italia entrò in guerra, a difesa del diritto nazionale violato e dell'umanità offesa ; entrò in quella medesima guerra nella quale ora voi portate, insieme con nuova luce morale, nuove forze di poderoso valore atte a far sicura la vittoria del diritto e della libertà e ad affrancare i mari dalla più iniqua delle barbarie. L'Italia è scesa in campo mossa dalla sua fede nei diritti della civiltà, mossa dal suo dovere nazionale di redimere gli italiani oppressi da un dominio straniero che troppo a lungo e troppo implacabilmente volle togliere ad essi ogni soffio di vita italiana ; l'Italia scese in campo per rivendicare e ristabilire le condizioni necessarie alla sua sicura e compiuta esistenza. Spunta l'alba di una nuova era nella storia dell'umanità. Voi non solo proclamaste la giustizia della nostra guerra, ma già preannunziaste le garenzie di quella pace duratura che deve raccogliere tutte le umane famiglie in nuovo felice consorzio consacrato dal trionfo del diritto, dal progresso del sapere, dalla prosperità del lavoro. La Nazione americana e la Nazione italiana hanno pari quei sentimenti, quegli intenti e quelle istituzioni che caratterizzano e garantiscono ai dì nosti'i la vita e l'ascensione della democrazia, nerbo di tutte le libertà politiche, infrangibile vincolo sociale per l'umano progresso. Sia dunque, il saluto che in nome dell'Italia vi mando, presagio di vittoria e auspicio dell'unione, da voi così altamente preconizzata, dei popoli civili nella pace della giustizia e della libertà".
      Esso, come si vede ribadiva in forma chiara e serena le sacre, onestissime, ammirevoli ragioni per cui l'Italia era scesa in guerra.
      Il 27 la Missione si recò in pellegrinaggio a Mount Vernon, per deporre una corona di bronzo sulla tomba di Giorgio Washington. Del nobilissimo discorso pro-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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