La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      delle grandi probabilità e malgrado la fiducia nel nostro esercito e nei suoi comandanti rappresentava sempre un pericolo a cui bisognava provvedere in tempo. Si parlò sin d'allora di un probabile aiuto degli Alleati, si fecero numerose congetture. I nemici continuarono ad annunciare spavaldamente che sarebbero scesi dal Brennero e dal colle di Rechen e che l'Italia come la Serbia e la Romania sarebbe stata schiacciata sotto il tallone tedesco.
      I calcoli dei nostri affermavano che l'Austria nel marzo 1917 aveva in campo circa ottanta divisioni di cui la metà circa sul fronte italiano e la Germania 240, le nuove formazioni comprese, ciò che formava per la primavera imminente il massimo sforzo.
      Vi era dunque la seria probabilità che il nemico, levando parte delle sue truppe dagli altri fronti, come infatti pareva stesse facendo in Francia creando l'illusione a molti che questa sua ritirata significasse un grave indebolimento delle sue forze, mettesse davvero a dura prova il nostro fronte ; ma in generale si nutriva ferma fiducia che le autorità militari ed il governo si fossero già resi esatto conto della gravità della situazione e a-vessero lavorato in modo da rendere vano lo sforzo austro-tedesco contro di noi.
      II 27 marzo il generale Cadorna discorrendo coll'on. Barzilai disse:
      — Verranno o non verranno, io faccio come se venissero e fossero in molti.
      Affermò anche di non aver trascurato nulla di ciò che l'esperienza del passato gli aveva appreso; di avere con sè un esercito magnifico, che comprendeva la grandezza del suo compito e che sentiva profondamente il dovere della sua disciplina. Aggiunse di aver provveduto con la più assoluta impersonalità a che i capi fossero tali da offrire la massima guarantigia di attitudine alle funzioni. Sarebbe stata una nuova Verdun pei tedeschi i quali avrebbero trovato il fatto loro. Il Comandante supremo concluse : Dite al Paese che fughi le preoccupazioni pavide; che senta la disciplina dell'ora, che pensi alla grandezza dei fini per i quali combatte, abbia fede ed avrà la vittoria.
      L'on. Barzilai poi parlando a sua volta con un corri spondente di guerra a proposito del discusso aiuto degli alleati e del fronte unico di cui si vociferava in quei giorni disse che "sarebbe stata nostra fierezza difender -
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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