La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      afferrare il volante e a raddrizzare il velivolo a meno di 300 metri da terra e, planando, atterrava presso Zarnec a circa 50 chilometri dalle nostre linee. Dato subito fuoco all'apparecchio e distruttolo, benché esausto dalla perdita di sangue, riusciva a sfuggire alla cat-lo e dopo sette giorni di tensione di spirito, di grandi sofferenze e privazioni, riusciva a traversare le linee nemiche e a presentarsi ai nostri avamposti sulla Vojussa. Veniva perciò decorato colla medaglia d'oro.
      11 fronte albanese e quello macedone furono congiunti nell'aprile 1917 da un strada automobilistica che da Salonicco conduce a Santi-Quaranta in circa trenta ore percorrendo 450 chilometri.
      Così l'opera dei nostri manifestatasi utile, sa-natrice, riorganizzatrice in tutti i campi, faceva risorgere a nuova vita l'Albania, continuamente straziata da lotte interne tra ortodossi e mussulmani, trascurata, priva di ogni risorsa, infestata dai briganti.
      La parte migliore della popolazione era felice del-"intervento italiano per il benessere che esso procurava man mano al Paese.
      * * *
      L'inverno intanto si svolgeva terribile con tutto il suo rigore in alta montagna al nostro fronte. La neve che in molti luoghi, come abbiamo già detto, aveva raggiunto l'altezza di cinque metri, in altri era salita sino a dieci e la temperatura in qualche zona montuosa più elevata segnava 28 gradi sotto zero. Questo gelido tempo e l'enorme quantità di neve produsse una sequela infinita, spaventosa di valanghe che sin dal primo inverno travolsero e fecero scomparire per sempre tan-1 nostri soldati. Il 13 dicembre furono segnalate ben 105 valanghe. In alcune di esse slittarono non meno di I c.ue milioni e mezzo di metri cubi di neve. In valle C sttana, nell'alto Boite ne slittò una di sei milioni di I -ui cubi.
      j esperienza dell'inverno precedente permise di pren-i « • parecchi efficaci provvedimenti, di mantenere il contatto colle truppe annidate su quelle vette, di sistemato una linea di difesa per quanto lo permetteva l'indo1 del terreno, di procurare come meglio si poteva ricoveri relativamente riparati dalle intemperie e sieri Si resero più comode le trincee, si adattarono i-i.evne uattiroli o appositamente scavate nella roccia. I Tea i\> costruzioni in legname o in cemento ; per le ri-


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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