La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      riosi e le sghignazzate degli ufficiali il martire colla fronte alta, l'occhio scintillante cerchiato di nero giunse davanti al patibolo. Qui il corteo si fermò.
      Battisti indossava un vestito borghese troppo largo per lui ; in testa aveva un berretto d'operaio. Al suo fianco stava il cappellano di fortezza ed un primo tenente uditore. Quest'ultimo con voce roca lesse l'accusa e la condanna.
      Il Dottor Cesare Battisti, r.r Deputato di Trento, convinto di diserzione, alto tradimento e cospirazione contro la forza militare dello Stato e di aver preso le armi contro l'Austria veniva condannato alla morte di laccio.
      Detto ciò fece un gesto che pareva significare: "La giustizia abbia il suo corso, io sono innocente del sangue di questo eroe.''
      I due aiutanti del boia, due ceffi sinistri, vestiti a nero come il loro degno capo, s'avvicinarono al prode; uno gli strappò il berretto e lo gettò a terra. Allora Battisti rizzatosi sulla persona con voce squillante gridò :
      — Evviva l'Italia! Evviva Trento italiana! Evviva l'Italia !
      Un testimone oculare che assistette alla scena e che diede questi particolari (riscontrati veri in seguito) al giornale "La Libertà" di Trento che li rivelò nel Febbraio 1910, disse che nessuno di quanti erano presenti, vivesse cent'anni, potrà dimenticare quella voce in faccia agli sghignazzanti carnefici.
      Sembrò che l'eroe volesse parlare ancora, ma gli ufficiali quasi temendo quella profetica voce, con barbaro clamore, lo impedirono. Gli sgherri del boia presolo sotto le ascelle lo sollevarono da terra e il boia, un omaccio grasso, dal collo taurino, in piedi su una scala in cima al palco gettò il laccio al collo del nobile campione trentino e lo fissò nel gancio a ciò infisso nel legno. I due sgherri abbandonarono bruscamente il corpo che dondolò un istante, indi cadde pesantemente a terra. Il laccio s'era spezzato!
      II boia ne prese un altro portatogli da un soldato e i suoi aiutanti sollevarono ancora il martire, che dai movimenti degli occhi, dal rantolo strozzato, dai sussulti si capiva quanto soffrisse. Il carnefice gettò di nuovo il laccio al collo ma questa volta, o fosse inesperienza o fosse, il che è più probabile, desiderio malva-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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