La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Quando scoccò la grande ora volò a Roma e l'ultima sua parola dal Campidoglio fu : Alla frontiera !
      Logica conseguenza di tutta la sua vita e di tutta la sua fede, si arruolò negli alpini. Aveva ben scritto : "Quando gli eserciti della patria, col finire della primavera, porteranno le armi e le insegne sull'Alpe retica, saranno nell'avanguardia i giovani di Trento.. E per il trionfo d'Italia daranno domani lietamente la vita".
      E fu sul campo dove ci si batteva e dove si moriva dal maggio 1915 al 21 aprile 191G, anniversario del Natale di Roma, Apparteneva al battaglione "Edolo'' nel quale ritrovò la "Compagnia dei Trentini". Gl'irredenti del battaglione d'istruzione erano stati in gran parte aggregati alla gloriosa 50.a del 5.o Alpini.
      L'esempio suo non mancò mai : nella Conca di Mon-tozzo presso il Tonale, negli attacchi, fuori dell'Albio-lo, del 23 e 25 agosto è fra i primi, sempre. Lo si propone per la prima medaglia al valore. Nell'autunno ottiene di salire al rifugio Garibaldi sotto l'Adamello col plotone skiatori e compie a tremila metri le più ardite scorrerie. E' fra i soldati i più obbedienti. A-veva compreso la necessità della disciplina, prima virtù del soldato. Fu promosso sottotenente e destinato alla zona di Monte Baldo. "Ho visto la guerra ancor più da vicino, scrisse dopo il combattimento di Malga Zures davanti a Nago, durante il quale tenne il plotone sotto un fuoco d'inferno ; sono convinto che quando si vuol vincere, e si deve, il cinquanta per cento dei subalterni deve cadere".
      Proposto per la promozione a tenente, l'ottiene e continua con pari fervore e con pari disciplina a combattere. Il 21 aprile per invito della "Dante Alighieri,, la patriottica associazione che così alta opera d'italianità compiva in quei giorni, parla a Milano, celebrando le glorie degli Alpini e il suo è il discorso di un soldato, che ha fede nella guerra. L'uomo politico sembra scomparso, tanto che alla fine il socialista dei tempi della pace, tributa, spontaneo, un saluto alla maestà del Re.
      10 luglio 191G — E ritorna al campo. Comanda una sua compagnia. Fa argine agl'invasori con il battaglione Vicenza, e quando la nostra offensiva ricomincia è fra i primi ad andare avanti, a risalire le posizioni riconquistate. Sin che giunge il fatale 10 luglio, l'attacco del Monte Corno in Vallarsa, durante il quale cade ferito su rocce che si ritenevano inaccessibili.
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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