La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Scoppiò la guerra europea. Cessarono per lui le immunità. La stampa era soggetta alla censura. Volle sospendere la pubblicazione del suo giornale.L'Austria gli impose di continuarlo. Ricusò di piegarsi a questa volontà. Lo si accusò d'alto tradimento. Egli allora passò il confine colla moglie e i figli e venne in Italia.
      Dice il Castellini clie gli fu intimo amico, che se lo videro capitare un giorno a Milano durante una riunione, col suo eterno abito nero, il cappello floscio in mano, tormentandosi il pizzo caratteristico.
      — Voi Battisti ?
      — Sì, io, da Trento. In Austria non c'è più posto. Il mio posto è qui.
      Antonio Fra deletto così lo descrisse: -'Quadrato della persona, asciutto, nervoso, dall'ampia fronte pensosa e corrugata di frequente nella fissità dell'idea, dall'occhio mobile ed acuto, dolce e penetrante insieme, dalla parola persuasiva ed incisiva, allieno da ogni esuberanza retorica anche nell'espressione dei suoi sentimenti più fervidi, egli procedeva inflessibilmente rettilineo nel linguaggio come nell'opera, affrontando i maggiori ostacoli senza jattanza e senza paura, mirando, di là dagli ostacoli, alla meta sognata, irrevocabile".
      Battisti fu fra i primissimi a venir fra noi. Dopo di lui l'emigrazione trentina e triestina ingrossò. Venivano a cercare la loro casa naturale e ad offrirsi, ad insegnarci colla fede di tutta la loro vita e coll'offerta del loro sangue, quale era il nostro compito in quei giorni incerti, dolorosi, irrequieti della neutralità.
      Cesare Battisti si moltiplicò. Bisognava far conoscere cos'era l'Austria. Fu un vero apostolo. A Benito Mussolini il bersagliere giornalista non ancora conver-tito alla guerra, in una lettera apparsa siili'"Avanti,, scrive :
      Non bestemmiare !
      Dimenticateci, se volete, ma non dite che noi non vogliamo staccarci dall'Austria. E' un'offesa ! è una bestemmia !''
      Peregrinò poi per tutte le città d'Italia parlando alle folle, facendo rinascere la coscienza italiana. Fece parte di quel battagliane di volontari comandato dal colonnello Negl'otto, caduto poi sin dai primi giorni delle ostilità, e fu visto in piazza d'armi fare istruzione in quella che chiavano la "Compagnia dei trentini".
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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