La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Pasubio iniziatasi il 9 ottobre, dopo alterne vicende e dopo inauditi atti di eroismo da parte di alpini e di nuclei del 71.0 fanteria. Con scale a corda, superate sotto il fuoco nemico le pareti a picco del Dente e le pressoché inaccessibili rocce del Ciglione di Menerle, raggiunte le falde del Boite e dell'altura di Caserma difensiva, resistito ad un incessante bombardamento di artiglieria nemica, a nuovi contrattacchi sempre con truppe fresche e scelte, tanto che nelle giornate del 18 e del 19 ben nove attacchi si svolsero sulla contrastata altura, malgrado fosse stato occupato tutto il Dente dai nostri, impossibilitati a rafforzarlo, causa il fuoco nemico e le difficoltà dei rifornimenti, furono obbligati ad abbandonarlo, anche perchè trovarono contrario il tempo che durante tutto ottobre con nevicate abbondanti e tormente paralizzò l'azione dell'artiglieria.
      Di singolare importanza per gli obiettivi che minacciavano e per i miracoli che compirono i nostri soldati furono le operazioni condotte dalle truppe della valorosa 5G.a Divisione nella zona montuosa che quale erta barriera si interpone fra le valli di Travignolo e di Fiemme, a nord, le testate del Cismon e del Vanoi a sud. Questa aspra catena di rocce dolomitiche sorge dal fondo delle valli boscose come un'imponente muraglia, dalla cresta fantasticamente dentellata a guglie, a picchi, a profonde e strette intaccature dette forcelle, che rappresentano i soli valichi del rilievo, tutti di altitudine superiore ai 2000 metri.
      Il suo versante settentrionale scende in Val Travignolo a costoni degradanti, fitti di boschi; quello meridionale precipita invece sull'alto bacino del Vanoi-Ci-smon con erti canaloni e con nude falde di materiale detritico, che con incessante opera i geli e i venti staccano dall'alto e le acque e le valanghe trasportano in basso. Tutti gli accessi che da sud adducono alle forcelle, tranne la strada rotabile del Passo di Bolle, e la sussidiaria mulattiera del Passo del Colbricon, non sono che difficili sentieri insinuantisi attraverso cumuli di rocce ed inerpicantisi sul mutevole ammasso detritico.
      I nostri si erano già cimentati vittoriosamente in questa zona che ha della bolgia dantesca. Avevano già occupato la Cavallazza, i passi adiacenti di Bolle e di Colbricon alla testata del Cismon, l'altura di quota 2354 a sud di Cima di Cece ; il Cauriol alla testata del Vanoi. Le seguenti operazioni autunnali miravano ad
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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