La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nemico, malgrado il suo fuoco spaventoso d'artiglieria, i nostri nella luce del sole avanzarono, avanzarono seni]ire verso la meta agognata, occupando con slancio meraviglioso le posizioni stabilite ed arrivando infine ai ponti sull'Isonzo che danno su Gorizia.
      Parecchi di questi ponti erano saltati, ma la magra del fiume permise ai nostri di passarlo a guado, con l'acqua fino al petto. Gli shrapncls degli austriaci cadevano nell'acqua intorno ai nostri, sui nostri come enormi e fitti goccioloni di un temporale. Quanti ne furono colpiti, quanti furono trasportati in giù dalla corrente insanguinata, divenuta in breve rossa, ma ciononostante passavano, passavano in più punti, urlando il loro grido di vittoria e giunti all'altra riva, inerpicatisi alla scarpata, aggrappandosi alle fronde di acacia che la ricoprono, portatisi al bordo della sponda, hanno aperto il fuoco contro i bombardieri dei gas lagrimogeni che si sono arresi. A poco a poco la linea del fuoco si è andata estendendo lungo la banchina del fiume. Dei piccoli nuclei si sono portati alla difesa dei ponti.
      Ve ne erano due vicini ; uno di ferro, massiccio, della strada rotabile di Lueinico, l'altro in muratura, alto e monumentale, tutto archi : quello della ferrovia che conduce a Gorizia. Era stato minato, e il primo arco era spezzato, ma il danno lievissimo poteva anche essere opera di qualche nostra granata.
      Alle tre del pomeriggio, la linea avanzata aveva oltre] lassato la stazione ed era alle prime case della città. Qualche pattuglia passava, per perlustrare gli accessi, sul ponte di ferro, in una grandine di fucilate. Gli austriaci si difendevano con un feroce accanimento. Sparavano dalle finestre delle case, dai tetti, con furia disperata, cercando non d'impedire ai nostri di penetrare nell'abitato, ma di ritardare uno straripamento di forze che avrebbe compromesso il salvataggio di una parte del loro materiale accumulato negli e-normi depositi. Questi furono fatti saltare in gran numero.
      Dietro la fanteria sono passati i carabinieri, dai ponti a guado, poi la cavalleria che si avventò sulle retroguardie dell'esercito in fuga, sui pezzi appostati nella piana, per inseguire, incalzare, sciabolare. E con la cavalleria sono passati i bersaglieri ciclisti.
      Entro le prime case, coi nemici terrorizzati dall'ir-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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