La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      come sul Sau Michele, i nostri erano a pochi metri di distanza dagli austriaci, si battevano ogni momento e quando non si battevano si spiavano, studiavano le mosse reciproche.
      La lotta sul Podgora era durata una notte ed un giorno. La posizione era stata presa eppoi si era dovuto abbandonarla sotto le spaventose raffiche delle mitragliatrici che gli ungheresi reggevano sul ventre. Vi erano stati dei tremendi corpo a corpo. I contendenti scivolavano, cadevano, si rialzavano, s'inseguivano colle bombe a mano, con le baionette, coi calci dei fucili, ma infine la vittoria arrise ai nostri.
      Il San Michele fu attaccato di notte, mentre tutte le artiglierie più potenti dell'Austria intonavano una musica infernale, facendo la cima sassosa del monte simile ad un vulcano; gli shrapnels si sgranavano nel cielo come razzi d'artifizio ; i rombi, gli ululi, i latrati dei 305, dei 280, dei 151 messi in azione senza ordine, con rabbia selvaggia e disperata si susseguivano senza interruzione. I proiettili colpivano non sempre dove erano diretti, ma colpivano e cadevano macigni dovunque e cadevano le mura delle case già in ruina dei terribilmente battuti paesi di Gradisca, di Farra, di Lucinico e di Mossa.
      Per le nostre truppe il bombardamento era marto-riante. Esse si aggrappavano ai fragili spalti, si pungevano, s'insanguinavano le mani sui rotoli del filo spinato, dovevano proteggersi dalla pioggia degli shrapnels come potevano, ma avanzando sempre, sa lendo sempre più sù perchè l'ordine era questo ; morire piuttosto che indietreggiare di un passo.
      In Gorizia due grandi edifizi avevano preso fuoco : il palazzo di giustizia e la cartiera. Si vedevano le fiamme divampare attraverso le colonne di fumo che salivano dal piano nei momenti in cui i grandi proiettori elettrici rischiaravano come lampi improvvisi l'aria frugando dovunque.
      Il bombardamento è cessato alla mezzanotte. I nostri reparti sul San Michele avevano resistito all'infernale tempesta ; molti si erano spinti innanzi alla baionetta. Le fanterie avversarie non hanno potuto attaccare; e sono cadute a mucchi, si sono rovesciate in cataste di cadaveri e di feriti.
      S Agosto 1910 — La battaglia furiosa, crebbe sempre più d'intensità, ma malgrado la resistenza del
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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