La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      delle artiglierie nemiche, ricacciavano i furiosi contrattacchi delle fanterie.
      La mattina del G le nostre batterie aprivano contemporaneamente il fuoco contro la formidabile barriera montuosa che dal Sabotino al Calvario copre da ovest l'Isonzo e la città di Gorizia e contro l'altura di San Michele costituente il margine settentrionale del Carso Goriziano.
      Dicono i tecnici che l'azione delle nostre artiglierie e bombarde in quella giornata rappresenta un esempio veramente classico di concentramento di fuoco contro le linee fortificate. Sono state impiegate bombarde di ogni sorta di calibro; quelle colossali che distruggevano tutti gli ostacoli nemici travolgendo paletti e reticolati ed aprendo enormi buche davanti ai trinceramenti austriaci. Spaventevole e micidiale era l'effetto delle bombarde di grosso calibro, i 305 della fanteria, come le chiamavano i soldati, che portate ad una distanza non superiore ai cento metri dalle trincee nemiche sconquassavano tutte le difese. Per considerare l'importanza di qusta tempesta di piombo e di acciaio che si è abbattuta sulle difese nemiche basterà dare la cifra delle bombarde in azione sulle posizioni sia di piccolo che di medio calibro : settemila.
      Le esplorazioni del terreno con velivoli, pattuglie, osservazioni ottiche, erano servite perfettamente a localizzare le posizioni nemiche. Così al momento opportuno un vero uragano di ferro e di fuoco si rovesciò su esse, sconvolse le difese, abbattè i ricoveri, distrusse gli appostamenti e gli osservatori, interruppe le comunicazioni.
      Dopo di ciò le fanterie si slanciarono all'attacco e con impeto meraviglioso conquistarono tutto l'imponente baluardo del Sabotino, caposaldo della testa di ponte di Gorizia. Espugnarono le difese di Oslavia e quelle del cocuzzolo di Quota 200, soprastante a Gra-fenberg ; nel piano sfondarono la munita linea di difesa nemica tra il margine meridionale del Podgora e l'Isonzo, raggiungendo la riva destra del fiume all'altezza del paese di Sant'Andrea.
      Ma prima che il nemico cadesse, si desse per vinto o fuggisse, quali gesta compirono i nosti. Erano u-sciti dopo lunghe interminabili ore d'attesa dalle caverne, dalle lunghe gallerie scavate nelle rocce della montagna con un ardimento incredibile. In certi punti
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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