La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      dovuto durante il suo tragico corso astenersi da ogni manifestazione, da ogni commento, da ogni atto che l'avesse potuta danneggiare. Invece non pochi di loro col l'attitudine assunta e colla loro azione compiuta cooperarono in parte a preparare le giornate più tristi della nostra storia.
      Con questi socialisti non vanno dimenticati i "gio-littiani" coloro cioè che sostenevano il principio di Giovanni Giolitti della neutralità ad ogni costo. Contro Giolitti non crediamo si possa sollevare l'accusa, come fu fatta, d'aver voluto tradire la Patria ma col suo scetticismo sull'andamento delle -cose, assunto forse pel trionfo della sua politica, colle critiche, la diffidenza, i commenti pessimisti dei suoi seguaci, i quali troppi contatti avevano avuto cogli uomini dell'alta politica e dell'alta diplomazia degli imperi centrali per non essere sospettati, lavorò, consciamente o incosciamente, allo sviluppo di quel cosidetto disfattismo di cui vedremo i dolorosi risultati.
      Giolitti fu ferocemente attaccato non solo dalla stampa, dimostratasi subito nella sua maggioranza per là causa degli alleati e per le giuste aspirazioni d'Italia, ma anche dal popolo che a Roma tentò un assalto alla casa dove alloggiava, resistendo alla forza pubblica e costruendo persino delle barricate.
      L'opera di emissari tedeschi aveva reso allora assai diffìcile anche la nostra situazione in Libia dove gli arabi a noi soggetti sobillati appunto dai tedeschi e dai turchi, cominciarono quelle ribellioni che malgrado gli sforzi vigorosi ed eroici dei nostri ci obbligarono ad abbandonare man mano l'interno della vasta colonia e a ritirarci sulla costa, affidando il difficile governatorato di quanto rimaneva al generale Ameglio, giunto in Tripoli il 17 luglio 1915.
      * * *
      Dalla zona di guerra affluivano intanto periodicamente legioni di prigionieri austriaci fatti dai nostri, i quali venivano subito inviati nei diversi campi di concentrazione. Ve ne erano di tutte le nazionalità della monarchia. Quasi tutti si affermavano soddisfatti di aver potuto metter fine alle loro sofferenze ed erano contenti del trattamento che ricevevano dai nostri.
      Essi avevano lo stesso vitto dei soldati italiani; era-— 102 —


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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