La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nacciavano quindi la resistenza tanto interna quanto alla fronte.
      Avremo campo nei prossimi capitoli di constatare quanto male fosse riposta la stima del Governo su una quantità enorme di sudditi stranieri e sedicenti naturalizzati italiani, qualcuno veramente italiano, di ogni classe, di ogni ordine sociale che occupavano posti di fiducia in ogni ramo delle nostre attività e che facevano parte invece di quella rete di spie formidabile, potentissima, meravigliosamente organizzata, audacissima, operante senza sosta in ogni nazione alleata clie si era infiltrata dovunque, fra i soldati, in zona di guerra, nelle fabbriche, negli uffici pubblici e privati, nei porti, persino nel santuario della famiglia e che preparava abilmente nell'ombra gravi lutti e gravi disastri alla Patria. La tolleranza delle autorità fu biasimevole e non si ricorse ai ripari se non dopo la dolorosissima esperienza avuta, esperienza che ci costò fra l'altro la perdita di alcune navi da guerra, lo scoppio di fabbriche di munizioni, diversi incendi miranti a distruggere materiale bellico, contrabbando d'ogni genere utile al nemico. In molti casi gli aeroplani provenienti dal campo austriaco, o dall'altra sponda furono guidati nei loro selvaggi attacchi da infami segnalazioni di spie.
      Così avvenne per citarne uno, nel bombardamento d'Ancona compiuto sin dal primo giorno della guerra, da forze navali austriache. Ne avremo poi una serie interessante e spaventosa da raccontare.
      Molti del partito socialista si erano schierati cogl'interventisti, fra questi, oltre al gruppo di cui abbiamo già parlato, Leonida Bissolati, una delle figure più spiccate, più colte, più equilibrate, più oneste fra i socialisti riformisti che tanta parte doveva avere nel corso della guerra, il quale sin dall'inizio delle ostilità era al fronte, forte e valoroso malgrado i suoi cinquant'anni suonati, col grado di sergente degli alpini e fu ferito da due proiettili. Ma molti altri del gruppo cosidetto ufficiale non dimostrarono col loro contegno e colla loro propaganda contro la guerra quell'amore al proprio paese e quella preoccupazione per la sua sicurezza che dimostrarono di sentire in così larga misura i socialisti tedeschi d'ogni gradazione. Riusciti vani i loro sforzi per impedire la guerra, e questi erano comprensibili e giustificabili, avrebbero
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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