La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      e precisamente al l.o marzo 191G chiudeva il suo terzo prestito ammontante a tre miliardi con una eccedenza di parecchi milioni sulla cifra chiesta. Anche gli altri prestiti, e lo vedremo quando ci occuperemo del costo della guerra, avevano dato risultati superiori all'aspettativa. Vistosi contributi mandarono anche gl'italiani all'estero.
      La grande sottoscrizione nazionale per le famiglie dei soldati aveva raccolto numerosi milioni e così tutte le altre per la compera delle maschere contro i gas asfissianti, per la lana ai soldati, per la Croce Rossa, pei profughi ecc. e a queste sottoscrizioni concorrevano tutte le città d'Italia non solo, ma anche la popolazione dei paesi redenti.
      Un industriale di Genova il signor Clerici offrì a Cadorna per mezzo di Domenico Oliva, direttore del giornale L'Idea Nazionale di Roma, lire conquantamila da dividersi fra quei soldati che avrebbero conquistato le prime bandiere austriache. Cadorna accettò con animo grato.
      Gli austriaci avevano promesso invece mille corone a quel soldato che avesse preso un nostro alpiuo vivo!
      Il presidente del Consiglio on. Salandra ed il ministro della guerra generale Zuppelli si recarono sin dal giugno a conferire col Re in zona di guerra e a visitare la fronte di cui riportarono una incoraggiante impressione.
      Con decreto 16 luglio l'on. Salvatore Barzilai nativo di Trieste e deputato di Roma veniva nominato ministro senza portafoglio. La sua nomina aveva un alto significato essendo egli un irredento ed avendo sempre lottato nella Camera e nella stampa per la santa causa delle terre nostre soggette all'Austria. Il grande patriotta quando alcuni giorni prima della sua nomina aveva ricevuto in Roma dalla colonia triestina la bandiera della sospirata città, aveva pronunciato queste parole:
      O bandiera, fiammeggiante di rosso e luccicante d'oro! come la tua gala festiva contrasta con lo squallore dell'infelice Trieste lontana! Poteva essere la prediletta e volle essere la Cenerentola dell'impero. La circondarono lusinghe, persecuzioni, minacce: volevano si facesse degna del titolo di
      fedelissima," che gli arciduchi d'Austria, per propiziarsela, le largivano nel medio evo. Rispose no: per le tradizioni della sua
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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