La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nella loro tana non desiderose di combattere in campo aperto, torpediniere, cacciatorpedine, incrociatori, sottomarini nemici infestavano giorno e notte tutto il mare svolgendo un'azione di continue insidie, trasgredendo anche sulle acque ogni legge di guerra, facendo apparizione davanti ai porti delle città non fortificate, seminando mine dovunque.
      E i nostri marinai dalla tempra d'acciaio, sempre vigili, sempre pronti attraverso mille pericoli, senza prendere mai riposo, compivano un'opera di sorveglianza intesa a tener pulita più che fosse possibile l'insidiosa distesa delle acque ch'essi percorrevano instancabilmente stringendo così efficacemente il blocco della costa adriatica ordinato dal Governo italiano il 2G maggio 1915, blocco che coll'aiuto della flotta inglese e della flotta francese veniva a togliere all'Au-stria-Ungheria ed in conseguenza anche alla Germania quei soccorsi che il contrabbando poteva ancora fornire agl'imperi centrali.
      Dai Bollettini ufficiali che abbiamo riportato il lettore avrà visto come i nostri bombardarono le coste nemiche ,come inseguirono, danneggiarono ed affondarono parecchie unità austriache, come distrussero parecchi sottomarini, come occuparono e come mantennero le isole di Pelagosa e di Lagosta attaccate più volte fino da 20 navi nemiche, e da aeroplani (17 agosto 1915). Ma i bollettini necessariamente concisi e quindi aridi danno un'idea insufficiente di quel che è stato da parte della nostra marina il trasporto da essa compiuto in poco più di due mesi e cioè dalla metà di dicembre al 24 febbraio 1916 di 260 mila uomini e considerevole numero di quadrupedi con un movimento complessivo di 250 piroscafi dall'una all'altra sponda del Basso Adriatico. Ed oltre a ciò vennero contemporaneamente trasportati materiali per 300 mila quintali, impiegando cento piroscafi. Sotto la scorta di navi alleate hanno nel medesimo periodo di tempo per sei volte compiuto lo stesso tragitto regnanti e principi di case estere e con maggior frequenza ministri, autorità politiche, militari e civili straniere.
      Intendiamo alludere allo sbarco di truppe italiane in Albania e precisamente a Valona, di cui vedremo dopo le ragioni che lo provocarono; al salvataggio dell'esercito serbo sbaragliato e messo in fuga dagli
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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