La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      barono addosso ai nostri inermi, mentre erano intenti alla pietosa bisogna e li trassero prigionieri; quindi condussero gli ufficiali e i soldati nelle trincee dove i reticolati erano stati tagliati nella notte e li costrinsero a stare in piedi tra i fili abbattuti, mascherandosi dietro i loro corpi per più di un'ora.
      Gli aeroplani austriaci bombardarono quotidianamente i convogli dei feriti nelle retrovie, i treni della Croce Rossa, gli ospedali e gli ospedaletti da campo. L'uso dei gas asfissianti delle palle dum dum e delle frecce avvelenate fu fatto sempre su larghissima scala.
      Le insidie e lo spionaggio raggiunsero il colmo dell'iniquità, della perfidia e della ferocia. Rubarono ad una madre la figlia giovinetta e le promisero che le sarebbe stata ridata a mezzo di certe monache cauossiaue di Lubiana se essa avesse fatto certe segnalazioni sui movimenti delle nostre truppe.
      Un imperial-regio impiegato dei telegrafi della monarchia austriaca travestito da mendicante, rimasto nelle terre liberate chiedendo l'elemosina ai soldati, fu scovato in una tana mentre tentava di congiungere i fili di un microtelefono e comunicare col nemico. Fu preso e fucilato.
      Il nemico è giunto persino ad avvelenare i pozzi che i nostri incontravano sul loro cammino. Sovente del pericolo che li minacciava furono avvertiti dalle stesse donne del paese che erano a conoscenza del fatto.
      Furono sjiesso usate le bombe incendiarie che gettate in grande quantità nei paesi scoppiavano producendo incendi dovunque e distruggendo tutte le case, riducendo il paese un mucchio (li rovine senza preoccupazione alcuna per la vita degli abitanti vecchi, donne o fanciulli che fossero.
      Le menzogne abbiette poi che gli stessi alti comandi austriaci fecero propalare in Austria per mezzo della stampa sul conto nostro, le bugiarde calunnie che si raccontavano ai soldati per inferocirli sempre più contro di noi, formarono imo dei loro più ben regolati sistemi che tentò persino di raggiungere il suo scopo anche tra le nostre file mediante pioggia di manifesti dall'alto i quali consigliavano i nostri ad arrendersi sotto mille pretesti uno più stupidamente canagliesco dell'altro.
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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