La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      continuo dei contrattacchi coll'obbiettivo di riprendere il terreno perduto.
      In questa nuova offensiva si distinse in modo particolare l'artiglieria.
      Gli austriaci annidati nel dedalo delle loro trincee, favoriti dalle loro posizioni dominanti o boscose, impegnati da ordini tassativi a non ritirarsi a nessun costo, sono stati anzitutto fulminati dal tiro preciso rapidissimo ed abbondante delle nostre artiglierie e quindi assaliti e scompaginati dall'impeto irruente, irresistibile, eroico delle nostre fanterie.
      Un ufficiale ungherese fatto prigioniero ha detto :
      —Non credevo che coi cannoni da campagna si potesse tirare con tanta rapidità quasi come con le mitragliatrici.
      Un altro ufficiale prigioniero ha detto:
      —Al fuoco dell'artiglieria italiana non si può resistere. Eestare sotto quella pioggia di granate significa morire o impazzire.
      Dissero i comunicati ufficiali che i nostri artiglieri seppero sconvolgere i reticolati, coronare di proiettili le trincee nemiche, sicché quéste furono poi ritrovate ricolme di cadaveri massacrati dalle esplosioni, stendere innanzi alle fanterie avanzanti cortine di fuoco e proteggere le truppe, una volta conquistate le posizioni avversarie, dai ritorni controffensivi del nemico.
      P^pisodi eroici dell'azione dei nostri durante questa offensiva se ne potrebbero raccontare assai più di quanto consenta l'indole e la brevità di questa storia.
      Fra i più memorabili ricordiamo quello del sergente Platania di Ravenna il quale s'incaricò da solo di far scoppiare una mina al di là dell'Isonzo, preparata dal nemico in modo che le nostre truppe passando dovessero rimanere inghiottite dal fiume. Egli valente elettricista e valente nuotatore passò a nuoto il fiume. Dopo inauditi sforzi dato l'impeto della corrente che tentava trascinarlo in basso, riesce a toccar terra. Strisciando carponi, trattenendo il respiro giunge inosservato presso la sentinella austriaca. Le pianta la baionetta attraverso il corpo, penetra nella cabina dove era preparato l'infernale congegno, raschia colla baionetta ancora insanguinata il metallo isolante dei due fili elettrici e denudatili li mette a contatto. Un rombo formidabile, un gorgoglio d'acqua, un precipitarsi di massi: il colpo è fatto. Egli arriva in-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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Platania Ravenna Isonzo