La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      nate e svolte per facilitare l'arduo compito delle truppe e la loro avanzata incontro alla sospirata meta.
      In qualcuna di quelle automobili spesse volte si scorgeva una figura di ufficiale avvolto nell'ampio mantello. Sovente passava inosservato ai più che l'incontravano; ma al suo occhio scrutatore nulla e nessuno sfuggiva : era Re Vittorio Emanuele III che per le truppe doveva subito diventare semplicemente e famigliarmen-te il Re, il quale si recava instancabilmente in ogni punto della zona di guerra e quasi sempre dove più vicino era il pericolo, perchè là si trovava in mezzo ai suoi soldati in contatto col nemico, si trovava accanto a quei figli d'Italia a cui era riserbato il compito più grave nella realizzazione del gran sogno di una Patria più grande e più forte entro le sue giuste frontiereColoro che durante la guerra immaginarono il nostro Re sempre al Quartiere Generale, o nei luoghi meno pericolosi, protetto da ogni minaccia, in attesa dei rapporti sull'esito delle azioni militari si sono grandemente ingannati.
      In automobile o a cavallo sin dalle prime ore del mattino, non di rado anche nel colmo della notte, buono o cattivo tempo, Vittorio Emanuele, era già in viaggio verso i posti più avanzati. Portava con sè l'occorrente per fare una frugale colazione che spesso consumava sul margine di una strada, sul verde di un prato, o sulla cresta di una montagna. Aveva sempre a tracolla un cannocchiale da campo ed una macchina fotografica.
      Sovente all'ora di colazione si trovava fra i soldati ed egli allora la divideva con loro. Una volta avendo dato tutto quello che aveva portato con sè domandò ad un semplice soldato la metà della sua pagnotta che era imbottita di uova sode. Il soldato felice di tanto onore la divise subito e così mangiarono entrambi allegramente fra gli applausi dei vicini.
      Arrivando ad una posizione, se era l'ora del rancio egli lo voleva sempre assaggiare; s'informava dai soldati stessi stessi se erano contenti e voleva che ad essi nulla mancasse del necessario.
      Una volta avendo notato un soldato di fanteria seduto in disparte dagli altri, dall'aspetto malinconico, addolorato gli si avvicinò e battendogli affettuosamente una mano sulla spalla gli disse :
      —Perchè sei così triste?
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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