La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      lui, Sennino e Flotow ambasciatore d'Austria a Roma, i nostri due uomini di Stato avevano fatto notare "che l'Austria non avrebbe avuto il diritto, secondo lo spirito del trattato della Triplice Alleanza di fare un passo come quello che ha fatto a Belgrado, senza previo accordo coi suoi Alleati." Quel passo ha dimostrato chiaramente che si voleva provocare una guerra e che perciò l'Italia ossequiente al carattere difensivo e conservatore del Trattato della Triplice non aveva alcun obbligo di venire in aiuto dell'Austria. Fatto risaltare che sin dal 27 o 28 luglio del 1014 il Governo di Roma a-veva posto a Berlino e a Vienna la quistione della cessione delle provincie italiane dell'Austria colla dichiarazione che se non si ottenevano compensi la Triplice Alleanza sarebbe stata irreparabilmente spezzata, chiarite le evidenti intenzioni degli Imperi Centrali di aggredire la Serbia malgrado l'ostilità dell'Italia sfruttando il delitto di Serajevo e di intraprendere a qualunque costo una guerra di conquista, il Presidente del Consiglio si domanda :
      Dov'è dunque il tradimento, dove l'iniquità, dove la sorpresa se, dopo nove mesi di sforzi vani per arrivare ad un'intesa onorevole, la quale riconoscesse in equa misura i nostri diritti e tutelasse i nostri interessi, noi riprendemmo la nostra libertà d'azione e provvedemmo come l'interesse della Patria ci consigliava ?
      Sta invece in fatti che Austria e Germania credettero fino agli ultimi giorni di avere a fare con un'Italia imbelle, rumorosa ma non fattiva, capace di tentare un ricatto, non mai di far valere colle armi il suo buon diritto, con un'Italia che si potesse paralizzare spendendo qualche milione e frapponendosi con inconfessabili raggiri fra il Paese e il Governo."
      L'on. Salandra entrando nel vivo dell'argomento dimostra come ha funzionato la "Triplice Alleanza" la quale se ha prodotto dei benefici all'Italia, questi furono reciproci, di tutti i contraenti, altrimenti nè la Germania nò l'Austria l'avrebbero voluta.
      Da ciò si apprende quale politica di sospetto abbia sempre regnato fra Austria e Italia, quali intenzioni aggressive avesse il governo di Vienna il quale lasciava sostenere al Generale Conrad che una guerra con noi era inevitabile e che noi dovevamo essere abbattuti al più presto possibile perchè l'Austria potesse avere le mani libere nei Balcani, perchè potesse liberarsi del-


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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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