La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      benedica le nostre bandiere e prenda la nostra giusta causa sotto la sua benigna protezione."
      A questo documento degno della corte e della diplomazia austriaca l'arciduca Federico comandante supremo di tutte le forze austro-ungariche, aggiungeva quest'altro, pieno di volgari e infami insulti, da portarsi a conoscenza dei suoi soldati.... "l'abbiettezza del nostro nuovo nemico compensa con un vergognoso tradimento decenni di fedeltà. Non un nuovo nemico onesto ci viene incontro a viso aperto, ma un alleato ci assale alle spalle. Spetta a noi, soldati, di castigarlo col ferro e col fuoco e mostrargli la strada che già gli mostrarono i nostri antenati a Mortara, a Novara, a Cu-
      stoza, a Lissa. Vogliamo essere loro degni nipoti."
      * * *
      Così da ambo le parte cominciava a delinearsi la grandiosa lotta sui campi aperti di battaglia, in un territorio il più diffìcile, il più aspro di tutta la guerra e fra i nostri cominciavano a fiorire quegli episodi di eroismo umile e sublime con cui la storia della nostra guerra doveva intrecciare una corona meravigliosa.
      Fra i primi e più simpatici questo :
      37 maggio 1915—La mattina del 27 verso mezzogiorno i nostri bersaglieri giunsero ad Ala, la graziosa cittadina di frontiera nel Trentino. Gli austriaci avevano organizzato un'aspra resistenza dalle posizioni da essi occupate e trincerate, posizioni dominanti. I nostri presentavano un ottimo bersaglio avanzando nelle vie strette e nelle piazze. Infatti furono accolti da nutrita fucileria che li mise in serio pericolo e che costò la vita a parecchi. Occorreva qualcuno che pratico dei luoghi li conducesse al riparo dei tiri nemici, per una via più sicura e più breve, al luogo prefisso.
      Una bella fanciulla trentina. Maria Abriani, che abitava a Mori, ma che si trovava in quei giorni ad Ala in casa di amici, spiando dalle stecche delle persiane che la prudenza degli ospiti avevano ermeticamente chiuse dovunque, vide la terribile situazione dei nostri. Nessuno si presentava a servir di guida; volle esser lei la salvezza dei bersaglieri. Scese in giardino, senza preoccuparsi delle pallottole che le piovevano intorno; aprì il cancello e uscì risolutamente in istrada. I nostri ufficiali le imposero di ritirarsi. Essa, a cenni fece loro capire cosa intendeva di fare. Messasi poi alla testa del reparto lo condusse rapidamente, senza un
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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