La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      il ministero presieduto da Antonio Salandra ed era ministro degli Esteri il marchese Antonio di San Giuliano. Una simile dichiarazione era desiderata in quel momento da quasi tutto il Paese per molteplici ragioni fra le quali importantissime : le simpatie per la Francia, l'odio secolare all'Austria e la deficiente preparazione militare'.
      Durante il periodo della neutralità furono numerosi i tentativi fatti dalla Germania per mezzo del principe Bernard Von Bulow ambasciatore straordinario a Roma e dall'Austria per mezzo del barone Von Macchio ambasciatore in missione speciale, per convincere sulle prime il nostro governo ad unire le armi italiane con quelle degl'imperi centrali, poi a mantenere la neutralità di cui si sarebbero accontentati, facendo anzi all'Italia diverse promesse di concessioni future e di cessioni di territorio nelle quali si parlava fra l'altro del Trentino e di dare l'autonomia a Trieste, ma a guerra finita e naturalmente in caso di vittoria.
      2-ì gennaio 19 H—Queste promesse sembravano sufficienti all'ex presidente dei ministri Giovanni Giolitti deputato di Dronero, dichiaratosi per la neutralità assoluta, promesse che egli definì con una parola che doveva divenire tanto famosa quando asserì nella sua oramai storica lettera all'on. Peano, deputato di Barge, in data 24 gennaio, che anche senza la guerra si sarebbe potuto ottenere parecchio.
      Era però oramai decisamente penetrato nello spirito del popolo italiano, sempre pieno di buon senso, che l'Italia per le sue tradizioni storiche, per la sua dignità, pel suo onore e pel suo avvenire non potesse mai non solo scendere in campo a fianco dell'Austria, ma nemmeno rimaner neutrale. Sarebbe stato come tradire gl'ideali di Giuseppe Mazzini, distruggere per sempre l'opera di Giuseppe Garibaldi, di Vittorio Emanuele II, di Camillo Benso di Cavour e rendere inutile il martirio lungo, atroce, della falange di patriotti che dai moti del 1821 fino al supplizio di Guglielmo Oberdan hanno dato il loro sangue, i loro averi, la loro vita per liberar l'Italia dall'abbietto dominio degli austriaci.
      Il più umile popolano che non sa di politica nè conosce gl'intrighi della diplomazia sentiva in confuso allo stesso modo come meravigliosamente sentiva Gabriele D'Annunzio, il quale già in altri tempi non tanto lontani aveva definito il mare nostro condiviso coll'Au-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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