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da anche prodotti naturali utili: piante medicinali, coloranti, tannanti, e, più ricercati ora dall'industria, Val fa e lo sparto, due graminacee (che vengono spesso confuse nel linguaggio comune, perchè gli indigeni chiamano lo sparto alfa mahbula) le cui fibre tenacissime servono alla fabbricazione di cordami, canestri, tappeti, ed ora, per la loro ricchezza in cellulosa, vengono largamente esportate per la fabbrica della carta.
A mezza costa dei poggi e nel fondo dei uidian si annidano piccoli giardini a irrigazione invernale con acqua piovana, i così detti ginanat, a colture specialmente arboree di olivi e piante da frutti, colture che si estendono anche sull'altopiano, miste a quelle estensive di orzo e grano. Man mano che ci spingiamo verso l'interno le colture diradano, la vegetazione impoverisce, finché si passa al deserto, dove si riduce nelle oasi, nelle quali il numero delle essenze coltivate è assai più ristretto, prevalendo la palma, che ivi dà i datteri più pregiati.
L'aumento della popolazione, specialmente di coltivatori italiani che impieghino e facciano adottare dai coltivatori indigeni metodi e strumenti più perfezionati di coltura, di sollevamento delle acque sotterranee e di lotta contro le sabbie invadenti, potranno ridare a questa parte della colonia l'antica prosperità, riattivando anche in parte il richiamo dall'interno del commercio carovaniere, che fu interrotto dal lungo periodo di guerra.
Tripoli era un importante centro di congiunzione di vie carovaniere da tutta un'ampia zona di deserto fino al Sudan, per la quale è il porto più vicino. Il malgoverno turco, il lungo periodo di guerre e ribellioni, mentre la Tnnisia fioriva nella pace, e l'estendersi di più facili vie commerciali e delle ferrovie nel Sudan francese e inglese hanno arrestato e deviato quasi totalmente questo commercio, che potrà però ristabilirsi almeno in parie colla sistemazione pacifica della colonia, come avvenne per la Cirenaia, per il richiamo che essa eserciterà collo svilupparsi della popolazione, dell'agricoltura e dei commerci. Tripoli dimostra già il ritmo accelerato di questo sviluppo, specialmente dopo i lavori del porto, che lo hanno ridotto accessibile ai piroscafi di medio pescaggio e che, continuati, lo trasformeranno in uno dei migliori porti del Mediterraneo. Accanto alla città antica è sorta una città moderna con tutte le comodità moderne (luce elettrica, acqua potabile, ecc.). La popolazione raggiunge complessivamente quasi 80.000 abitanti, di cui circa 12.000 italiani, 2500 Europei di altre nazionalità, specialmente maltesi, e circa 9000 israeliti tripolini: il resto Arabi e Berberi in gran parte arabiz-zati. Da Tripoli irradiano molte strade carreggiabili e camionabili lungo tutto il litorale, dal confine tunisino alla Sirte (per Macabez, Zuara,