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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   SOMALIA
   425
   Ma le esperienze fatte nell'Azienda Sperimentale di Genale sul basso Uebi Seebeli hanno dimostrato che non solo potrà essere migliorata la produzione indigena con semi scelti e metodi più razionali di coltura, ma che si potrebbero ottenere larghe produzioni di cotone, tabacco, canna da zucchero, caucciù. Piantagioni di cotone furono iniziate dagli inglesi con ottimi risultati sulla riva destra del Giuba derivando da questo le irrigazioni; e lo stesso tentativo fu fatto con buoni risultati per iniziative private italiane, anche sulla riva sinistra, a Giumbo e a Margherita; e si progetta di farne su scala sempre più ampia. Sul basso Uebi Seebeli fu tentata la coltura delle piante di caucciù e di agrumi, e le concessioni vanno moltiplicandosi.
   Le difficoltà da superare sono sopra tutte finanziarie, per la necessità di dedicare larghi capitali, che per parecchi anni rimangono senza frutto, nei dissodamenti e negli impianti agrari, e specialmente di irrigazione. L'impresa iniziata con mezzi più adeguati e con programma più razionale è quella della Società Agricola Italo-Somala (Sais) sorta per iniziativa del Duca degli Abruzzi sul medio Uebi Seebeli, nella stazione di Scidle. Si tratta di una concessione di 25.000 ettari per la cultura sopratutto del cotone, ma anche, per rotazione, del tabacco, delle legu minose da foraggio e dei cereali, e di altre colture, compresa la canna da zucchero. Si dovette prima procedere a disboscamenti, dissodamenti, apertura di strade, costruzione di editici, e le colture sono iniziate con grande ricchezza di macchine idrauliche ed agrarie.
   La colonia può fornire intanto anche prodotti spontanei, come la gomma (secrezione di varie specie di acacia), l'incenso e la mirra (gli Aromi degli antichi); sostanze tannanti e di tintoria, come l'oricello; piante officinali come l'aloe, il ricino e il tamarindo; cotone spontaneo e, nel campo faunistico, selvaggine, pelli rare (leopardi, antilopi, dig-dig); avorio di elefante, ippopotamo e rinoceronte; pesce, specialmente pescecane le cui pinne disseccate vengono vendute a Zanzibar e in Arabia.
   Finora, il bilancio economico della colonia è assai limitato. Nel 1926 l'esportazione si valutò in 26,5 milioni, e l'importazione a 84; ma l'Italia entra ben poco in questi scambi che sono alimentati specialmente da Aden, dalla colonia dol Kenya e da Zanzibar, che hanno comunicazioni più facili. Questa condizione d'inferiorità fu creata però dalia guerra mondiale, prima della quale l'Italia copriva quasi interamente il fabbisogno dei mercati somali per le cotonate, mentre ora è 'superata dai prodotti indiani e giapponesi venduti a prezzi molto inferiori.