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137. Eritrea. Dopo l'apertura del canale di Suez la Compagnia Rabattino acquistò alcuni territori adiacenti alla baja d'Assab, che poteva diventare unD sbocco dell'Abissinia sulla nuova via aperta al commercio; essa fu rilevata nel 1882 dal governo che nel 1885 occupava anche Massaua, il miglior porto del Mar Rosso, sbocco naturale dell'Abissinia settentrionale. La guerra dichiarataci da questa ci portò, dopo il doloroso incidente di Dogali, in cui fu annientato un nostro piccolo riparto militare, all'occupazione dell'orlo dell'altipiano sovrastante a Massaua e ad estendervi il nostro possesso, d'accordo col nuovo negus Menelik, salito al trono di Abissinia col nostro ajuto, col quale si concludeva anche un trattato, che riconosceva il protettorato dell'Italia sull'Abissinia. Senonchè, per insinuazione di altre potenze, Menelik cominciò a sottilizzare sull'interpretazione del trattato stesso, e ne nacque un confitto al quale il governo italiano non aveva saputo prepararsi militarmente, e che culminò nel disastro di Adua. Questo si sarebbe certamente riparato, se il paese avesse avuto coscienza de' suoi interessi e del suo onore, nella lotta di concorrenza fra le potenze europee che miravano a dividersi l'Africa. L'Italia si ritirò in confini più limitati, cedendo perfino gratuitamente agli inglesi Cassala, nel piano sudanese sul fiume Gase; questo ora alimenta una delle più promettenti piantagioni inglesi di cotone, la quale vincola l'uso dell'acqua del fiume stesso nel tronco a monte, dove va iniziandosi anche da parte nostra la coltura del cotone.
Il dominio anche economico sull'Abissinia andò quasi completamente perduto a vantaggio dell'Inghilterra che la preme da ovest, ma sopratutto della Francia. Questa, in seguito alla nostra occupazione di Assab, aveva fatto valere un suo possesso nominale sulla baja di Tagiura più a sud, che occupò effettivamente nel 1884, e attorno alla quale costituì la sua colonia della Costa Somala che collegò all'Abissinia con una ferrovia da Gibuti alla capitale Addis Abeba. Questa ferrovia assorbe gran parte del commercio abissino verso il mare, e per mantenere il suo privilegio, la Francia tenta impedire l'impianto di una ferrovia italiana dall'Eritrea attraverso l'Abissinia settentrionale.
L'area dell'Eritrea si può grossolanamente (fig. 138) considerare come la riunione di un triangolo che ha la base sulla costa del mar Rosso (fra Ras Casar a 18°. 1'. 30' Lat. N e il porto di Thiò a circa 14°. 30' e il vertice sul fiume Setit (affluente dell' Atbara affluente del Nilo) nella pianura sudanese, e di una zona rettangolare compresa fra l'orlo dell'Altipiano e il mare e che scende verso SE fino al confine colla Costa Somala francese, a sud di Assab. L'estremo sud è Dad-dato (12°.21 Lat. N). Questa zona, la Dankalia, è una grande depressione racchiusa fra l'altipiano abissino e un orlo rilevato anche verso il mare, di tavolati e coni vulcanici, alcuni dei quali sono ancora attivi, e le cui deiezioni hanno ricoperta quasi interamente la depressione. È zona poco espio-