produtttività. mineraria
sono numerosi, ma si può dire che le sole miniere largamente sfruttate sono quelle dell'Isola d'Elba e di Cogne.nell'alta Val d'Aosta, anche per la ricchezza in ferro del minerale: rici'-hi giacimenti della Sardegna nord-occidentale (Nurra) e sud^-orii-n-tale (Ogliastra) sono lasciati finora inattivi. La Catena Metallifera toscana (così chiamata per la grande abbondanza e varietà di minerali) e l'Appennino ligure danno buoni minerali di rame che si estrae anche dalle calcopiriti del Veneto. Ricche miniere di piombo argentifero sono a Monteponi in Sardegna; questa fornisce anche minerali di zinco, di cui fu accresciuta la disponibilità coll'acquisto nelle miniere dji Raibl sul confine orientale. L'alluminio ci può essere dato dai larghi giacimenti di bauxite del Lago Fucino e dell'Istria. Ma tale relativa ricchezza (sempre minore di quella di tutti gli altri paesi d'Europa) non può dar anima a una fiorente industria siderurgica, per l'assoluta mancanza di carbon fossile, necessario per la fusione dei minerali-^ l'estrazione dei metalli, che, col carbone acquistato a caro prezzo, -:on è economicamente conveniente. Perciò la maggior parto dei minerali estratti è esportata per la loro lavorazione, e per il ferro, che è fondamento dell'industria siderurgica, conviene ancora importare su larga scala, specialmente dalla Francia, rottami di ferro. E anche a lamentarsi che la maggior parte delle miniere italiane siano in mano di stranieri.
Il solo metallo nella cui produzione l'Italia abbia ora il primato è il mercurio, alle ricche miniere che già possedeva di Monte Amiata nel Grossetano e di Jano nel Volterrese avendo aggiunto quelle ancor più ricche di Idria, già austriache, e riuscendo così a togliere il primato alla produzione spagnola di Almaden. Si tratta però sempre di un prodotto di non largo consumo.
Il solo minerale di largo smercio di cui la natura ci si è mostrata generosa, e della cui produzione l'Italia ebbe fino a questi ultimi decenni quasi il monopolio (formando la sola Sicilia l'80 °/0 della produzione mondiale), è il solfo, che oltre che in Sicilia si estrae anche in Calabria, nelle Marche e in Romagna. Ora le fa in parte concorrenza, anche per i metodi meno primitivi di estrazione, lo solfo del Texas negli Stati Uniti: se ne esportano però sempre oltre 200.000 tonnellate.
Una vera superiorità su tutti gli altri paesi l'Italia conserva nella produzione dei materiali lapidei, di costruzione e di ornamentazione; e fra questi tengono il primo posto i marmi, che si estraggono in varie parti d'Italia (Liguria, Verona, Siena, ecc.), ma sopratutto dalle Alpi Apuane: i famosi marmi di Carrara. Nel 1923 se ne estrassero, in tutta l'Italia, per oltre 436 mila