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ne presero possesso. Tuttavia la pressione della popolazione rapidamente crescente dava anche in Italia l'impulso a un più intenso sfruttamento del territorio nazionale, e allo svilupparsi delle industrie, alle quali l'abbondanza e la sobrietà della mano d' opera forniva il mezzo di potere, nonostante la necessità di acquistare all'estero le materie prime, competere sul mercato interno, e anche in alcuni mercati esteri, colle industrie privilegiate straniere. Questa trasformazione agricola ed industriale del paese non poteva svolgersi egualmente, per diversità di natura, di posizione, di cultura, in tutte le regioni; dove non potè attuarsi, la popolazione fu costretta ad emigrare periodicamente o permanentemente in proporzione sempre più vasta.
Il numero degli emigranti andò aumentando, con piccole oscillazioni, progressivamente ; nel quinquennio 1876-1880 fu in media di circa 110,000 all'anno, in quello 1880-90 di oltre 220.000, in quello 1896-1900 di 310.000, in quello 1906-1910 di oltre 650.000 e nel 1913, ultimo anno prima della guerra fu di 872.598 di cui 559.566 nelle due Americhe e 313.032 in Europa e nel bacino del Mediterraneo. Nel 1916 gli taliani all'estero erano 5.805.381, di cui 4.698.343 nelle due Americhe, 910.823 in Europa (in grande maggioranza emigrazione temporanea), 176.676 in Africa, 1205 in Asia, 7.249 in Oceania; ma, secondo i più recenti calcoli essi raggiungono ora i 10 milioni.
Questo esodo di forze vive rappresentava indubbiamente un indebolimento della nazione, anche perchè queste masse miserabili, non guidate, e senza appoggio dello Stato, venivano facilmente sfruttate e avvilite nei paesi d'esiglio, non senza riflesso d'umiliazione per la madre patria. L so rappresentava tuttavia anche un cespite d'entrata, colle rim -se degli emigranti, che compensavano in parte lo sbilancio commerciale determinato dalla necessità di acquistare grano, carbone e materie prime. Un altro capitale produttivo era costituito dalla bellezza del paese e dalla gloriosa eredità di monumenti della storia e dell'arte, forte richiamo di visitatori da paesi ricchi e civili.
Per questo complesso di circostanze l'Italia era avviata negli ultimi decenni prima della guerra a una condizione economica sempre più soddisfacente, col pareggio delle finanze statali e del bilancio economico, cosi che andava elevandosi progressivamente il tòno di vita di tutte le classi della popolazione.