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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   i precedenti storici
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   densa, e meno premente la concorrenza, sui mercati interni ed esteri, degli altri paesi, a livello economico meno elevato, l'Italia potč svolgere una economia propria sufficiente per un relativo benessere della popolazione, e, mercč la sua posizione privilegiata nel centro del Mediterraneo, la svegliatezza e la laboriositą della popolazione, raggiungere anche, almeno in alcuni degli stati in cui era divisa, una posizione dominante nella economia mondiale. ,Basti ricordare le Repubbliche di Venezia, Amalfi, Pisa, Genova, Firenze, veri centri mondiali di mercato. I vari domini stranieri, le continue, guerre di cui fu campo il nostro paese, ma, sopratutto, l'apertura delle grandi vie oceaniche fuori del Mediterraneo, determinarono una progressiva decadenza, sotto la pressione dei grandi stati costituitisi al di lą delle Alpi. Ma la terra forniva sempre alimento sufficiente alla sobria popolazione e la piccola industria forniva sufficienti mezzi alla vita interna e a pił modesti commerci internazionali. Ogni stato d'Europa, tranne l'Inghilterra, viveva quasi esclusivamente sulle risorse proprie, a economia chiusa, e anche gli Stati italiani, specialmente nei periodi di pace, come la seconda metą del secolo XVIII, potevano vivere da sč, se non in floridezza, in pace economica.
   La grande trasformazione dell'economia mondiale trovņ l'Italia in condizioni di inferioritą, non solo per le ragioni fģsiche accennate nei Capitoli precedenti, ma anche, e sopratutto, per ragioni politiche. Divisa in staterelli, sotto governi stranieri o subordinati a governi stranieri, pił interessati a mantenerla in uno stato di depressione che a svilupparne le attivitą, per non crearsi una concorrente nella lotta di conquista economica, essa rimase isolata e quasi inerte spettatrice della trasformazione industriale e della presa di possesso, da parte delle maggiori potenze, dei nuovi campi e mercati di produzione e di smercio che andavano via via aprendosi in tutte le parti del mondo. Anche dopo la costituzione a indipendenza, fu per alcuni decenni assorbita dal lavoro interno di collegamento e riordinamento delle diverse unitą statali nello stato nazionale, e dallo sforzo per il completamento dell'unitą e per il proprio attrezzamento interno (strade, ferrovie, porti, scuole, riordinamento delle finanze oberate dai debiti delle guerre d'indipendenza, costituzione di capitali, preparazione tecnica), nel tempo in cui l'esplorazione di nuove terre, particolarmente d'Africa, alla quale contribuirono largamente anche esploratori italiani, apriva nuovi campi di sfruttamento alle Potenze economicamente gią costituite e politicamente pił forti* che