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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   393 origine del terreno vegetale
   
   vegetali, anche le meno esigenti, perchè esse non vi trovano condizioni adatte per flssarvisi e per sottrarne utilmente i materiali nutritizii indispensabili per 1' accrescimento. È solo dopo che l'azione degli squilibri termici determinati dall' alternanza di stagioni fredde e calde, e che l'acqua di pioggia, e ancor più l'anidride carbonica in essa costantemente disciolta hanno provocato delle alterazioni fisiche (piccole screpolature) e chimiche, come è facile verificare in tutte le pietre lasciate allo scoperto per qualche tempo, che vi si possono impiantare dei piccoli organismi (per lo più alghe). Questi colla secrezione di anidride carbonica, dovuta alla loro attività respiratoria, e coll'acqua che più facilmente trattengono, contribuiscono ad accelerare la degradazione superficiale delle rocce, prima iniziatasi, così che a poco a poco tali rocce diventano sempre meglio adatte ad ospitare organismi vegetali più complessi: licheni, muschi e poi piante fanerogame, i cui detriti si mescolano poi con i materiali minerali a formare un sustrato sempre meglio adatto alla vegetazione. E con questo lento e progressivo svolgimento di azioni fisiche, chimiche e biologiche, che si va determinando la formazione di un vero e proprio terriccio vegetale (humus).
   Non tutte le rocce si comportano in egual modo sotto l'influenza delle azioni sopra accennate. Anzitutto il loro stato fisico, specialmente quello di compattezza e grossezza (rocce compatte, rocce fessurate, pietrisco, ciottoli, sabbie, depositi fangosi), ha importanza nel ritardare o accelerare la degradazione chimica o .biologica, in quanto minore o maggiore è la superficie esposta all'acqua satura di anidride carbonica, minore o maggiore è la capacità di trattenere 1' acqua che deve esercitare l'azione solvente. Inoltre ha importanza la natura chimica della roccia stessa: p. es., nelle rocce anche di carbonato di calcio (calcari puri o calcari argillosi) il calcare, sotto 1' azione solvente dell'acqua carbonicata, viene senz'altro asportato, e il risultato di tale degradazione è quindi l'allontanamento di gran parte della roccia stessa, come si verifica nel modo più evidente nelle doline e nelle grotte, mentre rimane come residuo una tenue quantità di sostanza ben diversa dalla roccia preesistente, cioè una specie di argilla (terra rossa) (pag. 177) ; talora anche questo residuo viene asportato dalle acque di scorrimento, così che non si ha una vera e propria alterazione della roccia preesistente, ma addirittura l'asportazione di essa, e non si forma mai un vero e proprio terriccio (petraie del Carso, ghiaioni delle Dolomiti).