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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   cenni sul clima d'italia
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   conseguente raffreddamento dell'aria. Una corrente d'aria che batte contro una catena di monti è costretta ad innalzarsi e quindi abbandona la pioggia sul lato del versante battuto, mentre sul lato opposto le piogge possono essere assai scarse. Per la complicata struttura orografica delle Alpi e degli Appennini si comprende come possano trovarsi vicine zone di pioggia abbondante e zone di pioggie scarse. Generalmente i versanti più esterni, e più esposti ai venti di mare, delle catene sono, a cominciare da una certa altezza, le più piovose. Tali sono nelle Alpi la valle del Ticino aperta verso sud, le prealpi bergamasche e le Alpi di Valtellina e una zona quasi continua delle prealpi venete. Ma intercalate a queste aree piovose s'insinuano zone molto meno piovose come la bassa Valtellina, l'alto Adige, l'alta valle del Tagliamento, protette a sud dai monti contro i venti umidi dell' Adriatico. L' alto versante occidentale dell'Appennino, specialmente dell'Appennino ligure più accostato al mare, è una zona assai più piovosa di tutto il versante settentrionale ed orientale. Le piogge non sono però in generale molto abbondanti: le zone più piovose delle Alpi e degli Appennini hanno piogge che raramente raggiungano i due metri all'anno, mantenendosi su più grande area fra 1200 e 1500 millimetri : la pianura padana ha in media circa un metro all'anno: lungo le zone costiere più basse del Tirreno e dell' Adriatico non si raggiungono gli 800 mm. La piovosità va in generale diminuendo, salvo che in isole di piovosità maggiore corrispondenti a maggiori elevazioni, da nord a sud: nelle Puglie, sulla punta di Calabria, su gran parte della Sicilia e della Sardegna la quantità annua è inferiore al mezzo metro e questa poca pioggia invernale è concentrata in brevi e forti acquazzoni, spesso più dannosi che giovevoli, perchè ingrossano repentinamente le selvagge fiumare.
   Le cifre accennate rappresentano valori medi di molti anni, risultanti da valori molto variabili da anno ad anno. E questa incostanza, nella quantità e nella distribuzione lungo 1' anno delle piogge, un' altra delle condizioni meno favorevoli del nostro paese, perchè non garantisce mai un regolare andamento delle colture. Ad anni con primavere piovosissime si alternano anni di primavere eccezionalmente asciutte, cosicché non si può mai fare un pronostico sicuro.
   La non grande abbondanza di pioggia è indizio di predominante serenità del cielo e di umidità non molto elevata, che costituiscono le attrattive principali del clima italiano.