Stai consultando: 'Geografia e Geologia ', L. De Marchi

   

Pagina (400/453)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (400/453)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   geologia d'italia
   387
   campano, apulo, ecc. Lo stesso dicasi della Sicilia e della Sardegna alle quali però il clima più schiettamente mediterraneo imprime, come vedremo, un carattere di paesaggio speciale. Anche là ritroviamo però contrasti evidenti, come quelli tra la costa orientale di Sicilia, da Messina a Catania, vero giardino esuberante di vegetazione, e la brulla regione centrale di Sicilia; tra il verde Campidano di Cagliari e le coste quasi desertiche dell' Iglesiente, o le nude montagne centrali di Sardegna. In poche ore di ferrovia si attraversano in Italia i paesaggi più diversi: in pochi giorni si passa dai ghiacci perpetui ai vulcani di Campania, alla laguna di Venezia, alle foreste di Vallombrosa, alle solitudini dell' agro romano, ai giardini di Taormina, dalle emozioni più fantastiche alle più serene e alle più malinconiche. Questa grande varietà d'aspetti, vivificata dal sole meridionale e dalla prevalente serenità del cielo, fa indubbiamente cieli' Italia uno dei più belli, se non il più bello, tra i paesi del mondo.
   Se- la geologia dà ragione delle bellezze d'Italia, dà pur troppo ragione anche della sua povertà e de' suoi malanni. Costituita quasi interamente da rocce recenti, essa non possiede perciò nessuna di quelle ricchezze minerarie che, specialmente nell'indirizzo attuale dell'economia industriale, sono il fondamente principale della produzione; non ha carbon fossile, non metalli preziosi, nò gemme, che sono ricchezze esclusive dei terreni arcaici e paleozoici. Il solo metallo di qualche pregio, ma di importanza secondaria nel commercio mondiale, di cui ha attualmente il primato nella produzione, è il mercurio, avendo aggiunto alle miniere di Monte Amiata nel Grossetano, quelle d'idria, sul confine delle Alpi Giulie. Ha poco ferro, poco zinco e piombo, pochissimo rame. Le sue principali ricchezze minerarie sono quelle fornite dai terreni più recenti, secondari e terziari: lignite, zolfo, marmi; ma la lignite non può sostituire in molte industrie il carbon fossile e il coke da esso derivato, e lo zolfo, di cui la Sicilia aveva quasi il monopolio nel commercio mondiale, incontra ora la forte concorrenza nord-americana. Di petrolio produce quantità trascurabili e non si ha finora indizio che possa trovarne giacimenti importanti entro gli strati profondamente frantumati dalla sua tormentata orografia, mentre i più vasti e ricchi giacimenti americani ed europei corrispondono a una tectonica molto regolare. Come già si accennò, la grande di-sgregabilità di molti dei suoi terreni superficiali genera le frane, così estese specialmente dell' Appennino, e arricchisce