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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   gli imperi coloniali
   (per il 72 °/0) da bianchi. Scopo commerciale e politico ebbe 1' apertura del Canale di Panama compiuta, dopo disastrosi tentativi internazionali per coraggiosa iniziativa francese, dagli Stati Uniti tra il 1906 e il 1913. Una rivoluzione scoppiata a Panama diede l'occasione per un intervento degli Stati Uniti che rilevarono l'impresa, e si fecero concedere dalla repubblica di Panama in uso perpetuo una striscia, di territorio di 10 miglia (16 km.) di larghezza, cinque da ogni lato del canale. Così l'intervento militare nel Nicaragna in rivolta è il preludio a una occupazione definitiva, più o meno larvata. Essa sarebbe giustificata dalla necessità di aprire presto un nuovo canale, che si presenta di più facile costruzione attraverso il Nicaragua per la presenza di due grandi laghi.
   La Russia e la Cina non hanno colonie, ma hanno nel proprio territorio, la prima nella Siberia e nel Turkestan, la seconda nel suo vasto retroterra dell'Asia centrale, un campo più che sufficiente di sviluppo per le loro numerose popolazioni. secondo il rispettivo grado di civiltà. La guerra, la rivoluzione e il tentativo di regime comunistico hanno interrotto in Russia il rapido sviluppo delle sue industrie, ed essa attraversa infatti una grave crisi industriale aggravata dall'isolamento politico in cui tuttora si mantiene, e dall'accentramento dalla produzione e del commercio in organi governativi. Anche la Cina attraversa un periodo di gravi turbamenti interni, che in parte si collegano con quelli del potente stato vicino, né si può prevedere quale nuovo stato di cose potrà nascerne, e se l'Orienie euroasiatico non potrà rappresentare in un avvenire più o meno prossimo una forza affatto nuova, e forse minacciosa, nell'equilibrio politico ed economico mondiale.
   Da questa rapida rivista della potenzialità interna dei principali territori statali (esclusa l'Italia, di cui tratteremo in seguito) e dei rispettivi possedimenti coloniali si vede che i merca i delle materie prime essenziali sono dominati sopratutto dagli Stati niti e dall'impero britannico e in linea subordinata dalla Francia, dal elgio e dall'Olanda. Per quel naturale egoismo, che regola la condotta v.ei popoli come quella degli individui, questi stati dominatori tendono a conservare e ad accentuare tale dominio isolandosi nella lorp ricchezza, o facendone parte agli stati più poveri alle condizioni più gravose compatibili colla possibilità di una richiesta e colla concorrenza fra gli stessi possessori. La crisi mondiale è venuta ad aggravare notevolmente tale tendenza, per le ragioni che abbiamo già accennato. Una delle forme di tale aggravamento è la formazione di sindacati internazionali, come i grandi sindacati del petrolio