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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   gli imperi colonia li
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   classi indigene più colte ed elevate; benché il contrasto delle religioni (braminica, buddistica e maomettana) e la rigida distinzione delle caste impedisca quella fusione dell'anima nazionale che potrebbe mettere a pericolo l'impero. Per aliontarare il primo pericolo il governo britannico provvede concedendo l'autonomia ai Domini, ma legandoceli con legami commerciali e politici in una Unione imperiale ( Common)reaIth), che è favorita dall'identità di coltura e di lingua e da ragioni di reciproca* difesa.
   La vastità dell'impero su tutte le parti del mondo ha come solo legame naturale il mare, e perciò la Gran Bretagna fu sempre gelosa di mantenerne il dominio con una marina di guerra che possa tener testa anche all'unione dalle marine di due altre Grandi Potenze e cercando di impedire la formazione di alleanze pericolose e la costituzione di flótte concorrenti. Per mantenersi aperte e sicure le vie di comunicazione coi Domini e colle Colonie, prese inoltre possesso, fortificandoli, di alcuni punti vitali delle vie stesse; stretti, isole, porti. Abbiamo già accennato ed alcuni di questi punti strategici verso le Americhe; verso oriente erano tali, prima dell'apertura del canale di Suez, le isole dell'Ascensione e di S. Elena nell'Atlantico, la Città del Capo perciò strappata agli Olandesi, Aden e Berber sui due lati dello stretto di Bab-el-Mandel, gli arcipelaghi delle Maldive e I.eccadive. Per il dominio del Mediterraneo occupò .Gibilterra, Malta, Cipro, che divennero le sentinelle della nuova via delle Indie aperta col canale di Suez,
   Il Dominio del mare ora è minacciato dagli Stati Uniti, che vogliono per ora eguaglianza di potenza navale, e libertà dei mari per i neutri anche in periodo di guerra.
   Impero francese. — La seconda potenza coloniale dopo l'Inghilterra e divenuta, dopo la guerra del 1870, la Francia. Mentre nei secoli precedenti, preoccupata da vicende politiche interne e da lotte colle potenze contigue, non aveva molto curato le sue colonie, fino a cedere il Canada all'Inghilterra, essa seppe formarsi poi, specialmente nell'Africa, un' impero che si estende a quasi la terza parte del continente, dal Mediterraneo al Congo, e al quale seppe dare unità, stabilendo comunicazioni carovaniere attraverso il deserto di Sahara, e d'autocarri stradali, fluviali e ferroviarie attraverso il Sudan, i monti della Guinea. Questo grande impero africano abbraccia una grande varietà di climi, di vegetazioni naturali e di colture: dal clima mediterraneo della Tunisia, Algeria e Marocco, al clima delle steppe e praterie del Sudan, a quello della foresta vergine, della Guinea e del Congo. Così, mentre la Tunisia e l'Algeria forniscono la madre patria soprattutto di cereali e di olio a complemento della produzione nazionale (per opera anche della numerosa colonia italiana) e sono anche un largo mercato di smercio per i suoi prodotti industriali, le regioni semiaride forniscono arachidi e