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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   cotone. lana, seta
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   piovoso; ma i veri campi d'allevamento sono le grandi estensioni a prateria dell'Australia, della Nuova Zelanda, dell'Argentina e dell'Uruguay e dell'Africa Australe.
   Il mercato della lana è dominato principalmente dalla Gran Bretagna e dai suoi domini australi, che producono da soli i tre quarti della lana consumata nel mondo ; Londra é il mercato intermediario di tutto il commercio laniero.
   Infatti l'esportazione annua media di lana nel quinquennio 1923-27 fu dall'Australia di 3.4 ^milioni di quintali, dalla Nuova Zelanda di 1.17, dall'Unione del Sud Africa di 0.96 milioni: complessivamente dall'Inghilterra e possedimenti inglesi di quasi 6 milioni di quintali. Segue l'Argentina che ne esportò per 1,4 e l'Uruguay per 0,5 milioni di quintali.
   La seta è prodotta in paesi dove sono possibili 1' allevamento del baco specifico (Bombyx Mori) e la coltivazione del gelso: a clima temperato, piuttosto caldo, non troppo piovoso, e senza forti sbalzi di temperatura. È specialmente per questa ultima ragione che l'allevamento si è sviluppato di preferenza in paesi che si trovano protetti contro i venti di nord dalla corona euroasiatica di monti che dai monti della Cina per quelli dell'Indocina. l'Himàlaya, i monti della Persia, dell'Asia Minore si stende fino alle Alpi. E infatti la produzione di seta è particolarmente abbondante in Giappone, Cina, Persia e Turkestan (nelle valli riparate). Asia Minore e Italia (specialmente alta e media); mentre nelle Americhe e anche negli Stati Uniti, benché il consumo vi sia straordinariamente ab bondante, essa non si è sviluppata, perchè 1' orientamento da nord a sud delle catene montuose permette rapidi scambi di vento con forti sbalzi di temperatura. In Cina e in Persia la produzione è assorbita nella massima parte dal consumo locale, e in Asia Minore poco sviluppata per le basse condizioni demografiche e politiche; cosicché come mercati di esportazione rimangono il Giappone e l'Italia, minore in questa per quantità, ma migliore per qualità.
   La produzione, diminuita molto durante la guerra e nell'immediato dopo guerra, riprese notevolmente per un forte, rialzo di prezzi in questi ultimi anni, nonostante la nuova e sempre più estesa concorrenza della seta artificiale.
   Nel biennio 1927-28, superata la crisi post-bellica, l'Italia produsse per circa 60 milioni di chilogrammi di bozzoli all'anno, e il Giappone, per circa 340 milioni. Nello stesso periodo il Giappone esportò per circa 30 milioni di chilogrammi di seta greggia all'anno, la Cina per 8,7 milioni,
   De Marchi. — Geografia fìsica e Geologia.