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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CONDIZIONI ECONOMICHE E POLITICHE DOPO LA GUERRA 363
   tutto al desiderio di eliminare la concorrenza di una mano d'opera più a buon mercato, onde mantenere ed elevare l'alto tono di vita delle masse lavoratrici e consumatrici residenti, e da un sentimento aristocratico di popolo, che teme di corrompersi al contatto di popoli ritenuti inferiori, solo perchè non hanno raggiunto il suo grado di ricchezza e di civiltà puramente meccanica, che ignora le grandi tradizioni delle storiche civiltà del pensiero e dell'arte.
   Tutte le nazioni d'Europa risentirono, quale più quale meno, direttamente o indirettamente, gli effetti di questo spostamento del centro economico dall'Europa all'America; anche le nazioni più ricche, come l'Inghilterra; anche quelle che non avevano partecipato al grande conflitto, come la Svizzera, la Danimarca, 1' Olanda e la Spagna, per la riduzione dei consumi e per la concorrenza esercitata sui mercati dai prodotti dei paesi a moneta svalutata, che potevano produrre a più buon mercato, perchè in essi il costo della vita, formato in gran parte sui prodotti interni, non era cresciuto nella stessa proporzione in cui fu svalutata la moneta in rapporto all'oro.
   A impedire tale concorrenza, almeno sul proprio mercato interno, i paesi più ricchi, e primo fra tutti gli Stati Uniti, aumentarono i dazi d'importazione ; mentre i più poveri debbono industriarsi riducendo i consumi e cercando di aumentare la propria produzione agricola, mineraria e d'energia (impianti idroelettrici), onde attenuare il più possibile il costo della vita e la necessità di acquistare all' estero le materie prime più essenziali. Si verifica cioè la tendenza a un ritorno a quel regime ad economia chiusa, di ciascuno stato, che abbiamo visto dominante prima della grande rivoluzione industriale, e che, se dovesse affermarsi, segnerebbe un nuovo mutamento sociale.
   Noi già vediamo infatti nei paesi prevalentemente industriali, come l'Inghilterra e la Germania, una forte disoccupazione, prova di una riduzione di lavoro per il restringersi dei mercati di vendita, e alla quale in Inghilterra si vorrebbe rimediare richiamando la mano d'opera all'agricoltura, in patria o nei vasti domini coloniali. Perfino negli Stati Uniti si lamenta già la difficoltà di dare sfogo all'esuberante produzione industriale, per una diminuzione di prezzi che più non compensano gli altìssimi salari. Ciò avviene specialmente nelle industrie agricole, che durante la guerra avevano avuto uno slancio straordinario, e che ora, per il ricostituirsi delle