commercio
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l'Australia; mentre per i prodotti industriali è un mercato di esportazione. G-li Stati Uniti per le immense ricchezze del loro vasto territorio, e per il rigoroso protezionismo in cui si sono asserragliati, si possono considerare un mercato esclusivamente di produzione per quasi tutte le materie prime.
Sembra a prima impressione che, con lo svilupparsi mera-. !glioso dei mezzi scientifici e meccanici di produzione e di comunicazioni, che tanto slancio hanno dato all'industria e al commercio, l'uomo si sia reso più indipendente dalla terra, su cui si muove ed opera con libertà sempre crescente. La verità è invece che ad ogni aumento di libertà risponde un aumento di bisogni, che impongono uno sfruttamento sempre più esteso e profondo della grande madre, che sola fornisce la materia del sostentamento, del lavoro e del piacere umano. L'immenso sviluppo dei mezzi meccanici di produzione e di trasporto impose la ricerca sempre più affannosa dei combustibili fossili e delle materie prime, che solo la terra può dare. L'elevarsi del tono di vita di un numero sempre più vasto di consumatori, se rappresenta uno svincolo sempre più libero, e un'elevazione sempre più alta dell'individuo sopra le primordiali necessità terrene, impone d'altra parte una presa di possesso sempre più vasta ed intima del suolo e del sottosuolo per provvedere alla crescente domanda; tanto più che al progressivo miglioramento della vita corrisponde anche un rapido aumento di popolazione, per la diminuzione della mortalità.
L'individuo non è legato più soltanto al breve territorio in cui si svolge la sua vita, ma è legato si può dire a tutta la superficie terrestre, dalle varie parti della quale gli giungono le materie indispensabili per il suo sostentamento e per la sua attività. È sempre l'uomo che dà valore di bene economico ai prodotti della terra; ma con tale riconoscimento fa un patto con essa, che lo rende suo schiavo, e che lo costringe a una vita sempre più intensa di lavoro e di lotte.